Per la seconda volta nel suo mandato Nataša Pirc Musar ha incontrato Papa Francesco: la Presidente, giunta a Roma ieri pomeriggio, è stata accolta dal Santo Padre molto presto, alle 8:00 di mattina, e ha avuto un colloquio di 30 minuti con Papa Francesco nei locali della Biblioteca privata in Vaticano.I due si erano già visti in Vaticano nel maggio del 2023, ma questa è stata la prima visita ufficiale. Francesco e Pirc Musar hanno condiviso le preoccupazioni per la situazione in Ucraina e il Papa ha esortato la comunità internazionale e tutti gli altri “a esperire tutte le strade per porre fine a questa guerra, in modo che il dialogo, la fraternità e la riconciliazione possano prevalere”. "Questo – ha detto la Presidente - è anche l'auspicio della Slovenia, che è impegnata per una pace giusta e duratura, fondata sulla Carta delle Nazioni Unite, che comprende il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale. L'Ucraina deve avere un posto al tavolo di tutti i negoziati di pace." Pirc Musar ha anche sottolineato che l'impegno della Slovenia per la solidarietà internazionale rimane fermo, e che Lubiana sta lavorando attivamente per colmare le divisioni all’interno del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e cercare soluzioni per la pace.
La Slovenia – ha detto - sostiene il lavoro della Corte penale internazionale e la decisione di emettere mandati di arresto per presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità. “La soluzione dei due Stati -ha ricordato - rimane l’unica via percorribile verso una pace e una stabilità durature nella regione”. Riguardo la crisi climatica, ha aggiunto, “abbiamo bisogno di pace, non di sempre più guerre". Non è mancato un accenno al dialogo interreligioso: ricordando l'incontro interreligioso del Forum per il dialogo e la pace nei Balcani tenutosi lo scorso anno a Capodistria, la presidente ha detto che è “un elemento vitale per promuovere una maggiore comprensione e cooperazione a livello mondiale e un prerequisito per una risoluzione più efficace dei conflitti”. Fra gli altri temi l’allargamento dell’UE, che “deve rimanere una priorità assoluta nell’agenda politica per i Balcani occidentali”. Al termine dei colloqui, la presidente Pirc Musar ha espresso soddisfazione per il fatto che, durante la visita di Papa Francesco a Trieste quest'anno, a conclusione della 50a Settimana Sociale dei cattolici italiani, durante la messa si sia sentita anche la lingua slovena.
Al termine dell'incontro, il Santo Padre ha donato al Presidente sloveno un'opera in bronzo raffigurante una colomba con un ramoscello d'ulivo nel becco e la scritta “Siate messaggeri di pace” e le edizioni stampate di alcuni documenti del Papa. La Presidente, che ha invitato Papa Francesco a visitare la Slovenia, ha regalato al Papa un vassoio di frutta a forma di cuore in legno sloveno e una confezione di pan di zenzero.
Poco dopo la Presidente ha incontrato anche il Segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin: sono stati ribaditi i buoni rapporti tra la Santa Sede e la Repubblica di Slovenia, ma si è parlato anche di alcune questioni aperte nei rapporti tra Chiesa e Stato e sottolineato il contributo della Chiesa cattolica alla società slovena.
I rapporti fra Italia e Slovenia, e il prossimo avvio del programma della Capitale europea della Cultura a Nova Gorica e Gorizia,, sono stati invece i temi del pranzo di lavoro che la Presidente ha avuto al Quirinale con Sergio Mattarella. I due presidenti saranno patrocinatori onorari del progetto, e lo stesso Mattarella ha assicurato la propria presenza a Nova Gorica, oltre che alla cerimonia inaugurale, anche in una seconda occasione.
La serie d’incontri istituzionali era però iniziata ieri pomeriggio, con la visita della Presidente alla sede del Cavalieri di Malta, dove Pirc Musar ha incontrato il Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta, Fra' John Dunlap.
Le relazioni fra la Slovenia e l’Ordine sono state stabilite nel 1992, e quella di ieri è stata la seconda visita all’Ordine di Malta di un Presidente della Repubblica di Slovenia. Pirc Musar ha espresso “profondo apprezzamento” per gli sforzi umanitari dell’Ordine, evidenziando il sostegno ai rifugiati, alle vittime di disastri naturali e alle persone colpite dalla violenza in tutto il mondo. “Il vostro contributo alla riduzione e all’alleviamento della sofferenza è inestimabile – ha detto -, specialmente oggi, quando i principi fondamentali della solidarietà e dell’umanità vengono messi alla prova in tante parti del mondo”.
Il Gran Maestro ha espresso soddisfazione per lo stato delle relazioni con la Slovenia e gratitudine per il supporto alle attività promosse dall’Ordine: “Questa visita – ha detto - rappresenta un’opportunità per valorizzare l’importante lavoro portato avanti dall’Associazione Slovena dell’Ordine e dal Corpo di Soccorso OMAS, nel Paese e all’estero. Un impegno che vogliamo consolidare e sviluppare ulteriormente per rispondere ai bisogni sociali, sanitari ed emergenziali delle persone che soffrono”.
Il Gran Maestro e la Presidente hanno condiviso una comune preoccupazione per crisi internazionali come quelle in Ucraina e in Medio Oriente, concordando sul fatto che la cooperazione multilaterale il modo più appropriato ed efficace per affrontare le minacce globali.
La Presidente ha avuto anche un colloquio con la senatrice Tatjana Rojc, esponente del Pd e della minoranza slovena in Italia: si è trattato, ha detto Rojc, di un confronto “ad ampio raggio sui temi della minoranza slovena in Italia e con un focus speciale dedicato al ruolo e alle condizioni di operatività del quotidiano Primorski Dnevnik, che è un primario strumento identitario della comunità e un mezzo fondamentale per seguire l'evoluzione della lingua slovena contemporanea”
Rojc ha anche incontrato in Vaticano il Nunzio Apostolico in Italia, arcivescovo Petar Rajić, esponendogli “il problema della carenza di sacerdoti sloveni nelle diocesi del Friuli Venezia Giulia” che è “particolarmente sentito dalla popolazione delle Valli della provincia di Udine, dove i sacerdoti continuano ad avere un ruolo determinante anche nella formazione linguistica religiosa in lingua madre dei bambini”.
Alessandro Martegani