Il 7 maggio scorso un uomo in possesso di doppia cittadinanza, slovena ed italiana, stava passeggiando in Carso a ridosso della frontiera. Un soldato gli avrebbe intimato di inginocchiarsi puntandogli il mitra addosso, mentre la sua ragazza sarebbe stata fermata da un altro militare. La faccenda si sarebbe poi subito risolta quando il malcapitato si è messo a parlare in sloveno.
Il caso - che era stato denunciato dal Primorski dnevnik - aveva suscitato una ridda di polemiche in Slovenia ed aveva provocato una vera e propria alzata di scudi anche in Italia, tanto che era intervenuta persino la Farnesina, tramite il suo ambasciatore a Lubiana per chiedere chiarimenti. Lo scoop del quotidiano della minoranza slovena in Italia - che per il ministro della difesa Matej Tonin avrebbe potuto essere una fake news - aveva suscitato le ire dell’ambasciatore sloveno a Roma, Tomaž Kuntelj, che aveva addirittura chiesto al giornale di scusarsi. Ora, secondo la rete commerciale POP TV, tutto sembrerebbe essere vero. Tonin aveva seccamente smentito la presenza di militari in zona, comprovata dagli ordini di servizio; ma 24 ore prima, invece, i soldati sarebbero stati proprio li e proprio questo dato sembrerebbe cambiare radicalmente le cose.
Sulle indagini regna ancora il più stretto riserbo, anche se - sempre secondo POP TV – sembra che la polizia avrebbe messo il caso nelle mani degli inquirenti militari che stanno indagando coordinati dalla procura. Il soldato in questione sarebbe già stato identificato ed ora rischia una serie di capi d’imputazione piuttosto gravi.
L'esercito sloveno, secondo le attuali disposizioni, sta coadiuvando la polizia nelle operazioni di pattugliamento delle frontiere nell'ambito della lotta alle migrazioni clandestine, ma non ha competenze autonome.
Stefano Lusa