Gli accordi raggiunti, fanno tirare un sospiro di sollievo al governo, scongiurano gli scioperi indetti dai sindacati del settore pubblico annunciati per inizio dicembre, ma non tutte le sigle hanno apposto la loro firma. L'esecutivo sta ancora negoziando per arrivare alla fine dello sciopero della polizia. Gli accordi sugli aumenti salariali, con le integrazioni ai contratti collettivi, inoltre, hanno visto fare marcia indietro, all'ultimo momento alcuni sindacati, tra cui quello dei lavoratori nel settore giudiziario e quello delle forze armate, quest'ultimo comunque non ha diritto allo sciopero. Reputano, infatti, che il testo dell'intesa non preveda sufficienti garanzie per sbloccare il fulcro di determinate richieste. Il sindacato del settore giudiziario avrebbe già avanzato nuove rivendicazioni, minacciando lo sciopero della categoria se entro tre mesi il governo non dovesse accettarle.
Stando all'accordo firmato tutti i dipendenti nel settore pubblico, ad eccezione di medici, funzionari e direttori, godranno di uno scatto salariale che corrisponde ad un aumento pari al 4 per cento dello stipendio percepito. Saranno possibili altresì avanzamenti, ovverossia aumenti di salario più sostenuti tenendo conto dei titoli di studio o specializzazioni. Correzioni sono previste inoltre per il lavoro domenicale, notturno e festivo. I dipendenti poi con uno stipendio minimo e inferiore, a dicembre troveranno in busta paga un bonus di 200 euro. Stando alle stime del governo nei prossimi due anni verranno stanziati a queste voci 308 milioni di euro.
A convincere le parti, le rassicurazioni del premier Šarec secondo il quale "l'esecutivo ha messo in campo quanto era possibile; di più - in questo momento - il bilancio non lo consente".L'esecutivo precisa che le questioni dell'intero settore pubblico sono trattate uniformemente e sono comprese nell'accordo sulle retribuzioni e gli altri costi del lavoro nel settore pubblico, pertanto invitano tutte e 42 le sigle sindacali del settore a sostenerlo, ossia anche coloro che non hanno presentato richieste di sciopero e a coloro che non hanno partecipato alle trattative.