Settimana impegnativa sul fronte negoziale per il governo e i sindacati del pubblico impiego, che hanno deciso di proseguire il confronto separatamente. Ieri, interruzione di quello che vedeva la delegazione governativa discutere con il sindacato della scuola. Al termine nessun commento esplicito, le parti si sono limitate a dire che restano delle questioni aperte e che il negoziato proseguirà oggi. Si e' affiancato nel confronto anche il sindacato che rappresenta il personale amministrativo nella Giustizia, che nel frattempo è entrato in sciopero. Sempre oggi la delegazione governativa prosegue il negoziato con il coordinamento dei comitati di sciopero di altri 17 sindacati del pubblico impiego, coordinamento guidato da Jakob Počivavšek. I sindacati della Sanità, invece, torneranno al tavolo della trattativa venerdi. Insistono sulle richieste, formulate da tempo dal comitato di sciopero. Sono reali e minime, sottolineano, il quadro fiscale non è cosi limitato da ridurre lo spazio di manovra al governo in termini finanziari. Le richieste vanno interpretate in maniera adeguata; non si tratta di spese, bensi di investimenti sul personale, grazie ai quali ne traggono poi profitto produttività e servizi migliori. Al momento sembra che il governo sia venuto incontro maggiormente alle richieste del coordinamento di Počivavšek e della confederazione sindacale di Branimir Štrukelj, anche se restano aperti diversi punti sui quali bisognerà lavorare. Si sta negoziando su aumenti salariali per un ammontare complesivo di 276 milioni di euro, secondo valutazioni dell'esecutivo. Un accordo è possibile, ha detto Peter Pogačar, che guida la delegazione governativa. In caso contrario, ad inizio dicembre scatterà una serie di scioperi.