Le limitazioni entreranno in vigore dal primo di novembre e colpiranno il 57 per cento dei pensionati che percepiscono una quiescenza pari a 700 euro e il 20 per cento delle persone occupate che riscuotono un salario netto di 928 euro e con un bambino a carico e, dal 10 fino al 25 per cento dei dipendenti che hanno uno stipendio superiore. In pratica due genitori che percepiscono un salario medio non potranno ottenere un prestito superiore agli 11 mila 500 euro per un periodo di sette anni e uno superiore ai 30 mila euro per un periodo di 20 anni per l'acquisto di un bene immobile.
Dura intanto la reazione del premier Marjan Šarec il quale ha definito la misura irragionevole e penalizzante e ha invitato i banchieri a trovare una soluzione migliore. Šarec, in un comunicato scritto, precisa che inviterà i rappresentanti dell'Associazione bancaria nazionale e i principali soggetti interessati all'elargizione dei prestiti al dettaglio, ad un confronto nella riunione convocata il 15 novembre, per quella data invita tutti i soggetti a "ripensare e trovare una soluzione migliore che da una parte sia a beneficio di tutte le persone e che al contempo garantisca la stabilità delle finanze". Nel comunicato precisa inoltre che "sia la Banca di Slovenia che le banche, ciascuna dalla propria parte, dovrebbero fare un passo indietro e preparare congiuntamente misure basate su ipotesi realistiche e di vita reale".
Corrado Cimador