Foto: BoBo/Nik Rovan
Foto: BoBo/Nik Rovan

Stando ai dati resi noti dal Dipartimento di Polizia di Capodistria, nel periodo che va dalla reintroduzione dei controlli ai confini fino al 16 ottobre 2024, le forze dell'ordine hanno registrato, nella sola area del Litorale, 2.468 attraversamenti illegali dei confini. Inoltre, è stato negato l’accesso a 890 persone prive dei documenti necessari per entrare in maniera regolare nel Paese. A giugno, il ministro degli Interni, Boštjan Poklukar, aveva dichiarato che, a livello nazionale, la polizia aveva gestito 26.338 casi di attraversamenti non autorizzati, negando l'ingresso a oltre 1.500 persone. Una misura che ha quindi sì portato a risultati concreti, ma che comunque solleva interrogativi sulla sua reale efficacia. I controlli, infatti, come spiegano le autorità, non sono sistematici, ma mirati e si concentrano solo su veicoli e persone ritenute potenzialmente pericolose. Secondo gli oppositori, questo tipo di selettività potrebbe ridurre l'efficacia della sorveglianza ai confini, lasciando infatti spazio per gli attraversamenti non autorizzati. Inoltre, la misura ha creato disagi significativi, soprattutto durante la stagione turistica. All'epoca della sua estensione, il ministro Poklukar aveva affermato che i controlli sarebbero stati condotti in modo da ridurre al minimo gli eventuali impatti negativi su viaggiatori, economia e comunità locali. Nonostante le autorità continuino ad assicurare che i controlli non siano la causa diretta delle lunghe code ai confini, è innegabile che questi rallentino il flusso veicolare, alimentando la frustrazione sia tra i residenti che i visitatori e danneggiando di conseguenza l'immagine del Paese in quanto a destinazione turistica accessibile

Maja Novak