Il presidente della Camera di Stato, Dejan Židan, ha già ricevuto la notifica delle dimissioni. L'Aula potrebbe prenderne atto questo mercoledì. Sempre mercoledì, il presidente della repubblica, Borut Pahor, avrà le prime consultazioni informali sui passi futuri da intraprendere. Le dimissioni del premier comportano automaticamente anche quelle dei vari ministri; il governo rimarrà quindi in carica per il disbrigo degli affari correnti, fino alle elezioni anticipate, che potrebbero tenersi nella seconda metà di aprile. Tra le ipotesi che circolano sul dopo Šarec anche la possibilità che nasca una nuova coalizione, senza andare alle urne. Dejan Židan, leader dei Socialdemocratici, spiega che il suo partito è favorevole ad elezioni anticipate ed è critico nei confronti di Šarec; "non regge la tesi secondo cui un governo non può essere operativo se è di minoranza", dice Židan; "si sarebbero invece potuti fare progressi su questioni come la problematica abitativa, la riduzione dei tempi di attesa per i pazienti e avviare la procedura parlamentare per l'assistenza a lungo termine". Le elezioni anticipate vengono caldeggiate dal leader del Partito democratico Janez Janša. Favorevole anche Matej Tonin, leader di Nuova Slovenia. Pronti al voto Sinistra e Desus. Secondo Alenka Bratušek, invece, Šarec ha scelto una strada politicamente incerta per le elezioni anticipate. Per Zdravko Počivalšek, leader dell'SMC, le dimissioni del premier non significano automaticamente il ricorso alle urne. Il presidente del partito nazionale, Zmago Jelinčič, ritiene dal canto suo che le elezioni anticipate si terrebbero su basi inconsuete, in quanto non si è ancora provveduto a cambiare la legge elettorale. Da segnalare in merito il parere di Ciril Ribičič, esperto di diritto costituzionale; elezioni anticipate non potrebbero venire in alcun modo contestate, in quanto non sono ancora scaduti i termini fissati dall'Alta Corte per l'adeguamento della legge, in ogni caso, cosi Ciril Ribičič, andare alle urne in queste condizioni non sarebbe il massimo.
Delio Dessardo