Foto: Daniel Novakovič/STA
Foto: Daniel Novakovič/STA

La visita del presidente Milanović a Lubiana rappresenta un nuovo passo verso il rafforzamento del solido dialogo politico tra i due Paesi e l'apertura di nuove opportunità di cooperazione in numerosi settori. I due Paesi sono uniti da una forte partnership, basata su rapporti di amicizia tra i nostri popoli, sui valori europei comuni e sulla tradizionale stretta collaborazione economica, le parole della presidente Nataša Pirc Musar. I due leader hanno affrontato anche una delle questioni irrisolte tra i due Paesi: la sentenza arbitrale che per la prima volta ha determinato il confine marittimo. Hanno ricordato che la Croazia non la riconosce, mentre per la Slovenia è definitiva e viene applicata. Secondo Milanović, il problema non sta nel contenuto della sentenza, su cui entrambe le parti concordano, ma nel processo attraverso il quale si è arrivati alla decisione. Milanović ha sottolineato che le questioni aperte tra Slovenia e Croazia non dovrebbero compromettere significativamente le relazioni bilaterali. Pirc Musar ha evidenziato l'importanza del dialogo e della cooperazione tra i due Paesi anche per risolvere le questioni ancora in sospeso. Annunciato il proseguimento della ristrutturazione dei ponti al confine tra Slovenia e Croazia. Secondo Pirc Musar, il testo dell'accordo per il restauro di 20 ponti è già stato concordato.
In agenda anche temi europei e internazionali di attualità. Per Milanović la situazione in Europa non è positiva, per la poca incisività e decisione dei paesi europei, fli stati membri secondo il presidente croato dovrebbero tenere presente che esistono da secoli e che continueranno a esistere in futuro. "Qui si concentrano tutti i nostri interessi, i nostri impegni, le nostre attività finanziarie, ma anche la nostra sicurezza", ha affermato.

Milanović si oppone fermamente alla partecipazione della Croazia alla missione NATO di aiuto militare all'Ucraina, poiché ciò potrebbe comportare l'invio di soldati croati in Ucraina e rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale. È inoltre contrario all'invio di forze di pace europee in Ucraina in caso di un eventuale cessate il fuoco. A suo avviso, infatti, i Paesi europei non dispongono di un numero sufficiente di soldati per monitorare l'attuazione di un accordo di pace. La soluzione per porre fine alla guerra risiede, a suo avviso, in un accordo tra Washington e Mosca, nel quale l'UE non avrà un ruolo chiave, come neppure la stessa Ucraina ha chiosato Milanović.

La Slovenia, invece, sostiene l'invio delle forze di pace in Ucraina. Come ha sottolineato Pirc Musar, ogni cessate il fuoco implica la presenza di forze di pace, che dovrebbero essere inviate in Ucraina sotto l'egida delle Nazioni Unite.
Per la presidente slovena la pace in Ucraina non deve essere decisa senza il coinvolgimento dell'Ucraina e dell'Europa, nessun accordo può essere firmato senza Kiev, ha detto Pirc Musar.

Foto: BoBo/Borut Živulović
Foto: BoBo/Borut Živulović

La giornata di Milanović è iniziata in Piazza del Congresso dove è stato ricevuto dalla presidente Nataša Pirc Musar con gli onori militari, dopodichè i due presidenti hanno deposto una corona di fuori al monumento dei caduti e le vittime delle guerre, sotto una pioggia battente. Pirc Musar ha espresso soddisfazione per il fatto che Milanović abbia scelto proprio la Slovenia per la sua prima visita ufficiale all'estero da quando, la scorsa settimana, ha iniziato il suo secondo mandato.(ld)