Se ne è andata una leggenda del calcio ed un'icona dei nostri tempi. Diego Armando Maradona è stato il più grande interprete di un’epoca. Di lui rimane il più bel gol di sempre, segnato contro l'Inghilterra, ai mondiali del 1986 e poi gli scudetti del Napoli, che andavano bel oltre il momento calcistico, rappresentando anche la rivalsa del sud contro il nord Italia. Poi le polemiche, le squalifiche, le cadute e le resurrezioni.
Se ne va a sessant'anni, nella sua casa di Tigre, in Argentina, stroncato da un arresto cardiocircolatorio. Il 3 novembre scorso era stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico al cervello per asportare un ematoma subdurale, l'11 novembre era stato dimesso dall'ospedale. Per il giornalista argentino Alfredo Luis Somoza la morte di Diego Armando Maradona è una grandissima perdita: “Lui riuscì a superare i traumi della povertà, ma anche i limiti di un corpo che non era proprio quello di uno sportivo, per entrare nel panteon dei grandi del calcio mondiale insieme a Pelé. È ancora aperta la polemica su chi tra i due sia il numero uno della storia del calcio. La sua fu una carriera ricca che lo portò a vincere una coppa del mondo giovanile e poi la coppa del mondo in Messico nel 1986, a cui si aggiungono gli scudetti del Napoli e quelli con il suo Boca Junior. La sua vita è stata comunque costantemente macchiata da polemiche, perché Diego Armando Maradona aveva una personalità molto difficile, che gli fece pagare un grande prezzo per quella fama e per quella ricchezza che per lui arrivò molto presto. Malgrado questo Maradona non dimenticò mai le sue origini, non rinnegò mai i suoi amici. È stato e rimane per la storia il migliore numero 10 di sempre. Fu l’uomo della “mano di Dio”, quello che fece quel gol all’Inghilterra che lavò e vendicò la guerra delle Malvinas. Negli ultimi anni si trascinava, però restando sempre sé stesso. Non è soltanto un grande sportivo che se ne va, ma un uomo che ha occupato uno spazio importante nella comunicazione e che ha dato gioia a milioni di persone in tutto il mondo con la magia dei suoi piedi”.
Stefano Lusa