A Londra stasera andrà in scena la terza edizione della Finalissima, la Coppa che mette di fronte la nazionale vincitrice del campionato europeo e della Copa America. La prima edizione si disputò nel 1985, tra Francia e Uruguay, e vide il successo dei transalpini, la seconda nel 1993, premiò l'Argentina che ai rigori ebbe ragione della Danimarca. Ora a distanza di 29 anni la nazionale albiceleste torna nuovamente in scena per inseguire il suo secondo trofeo, avversaria l'Italia che sullo stesso rettangolo di gioco un anno fa si laureò campione d'Europa. La sfida tra Argentina e Italia va anche oltre l'atto agonistico, è ammantata di ricordi, belli e altresì amari. La suggestione positiva è dovuta alla figura di Diego Armando Maradona che, scomparso nel novembre 2020, ha unito i due Paesi vincendo un Mondiale con l'Albiceleste e diventando un simbolo e un eroe di un Napoli condotto per due volte allo scudetto. La suggestione negativa, invece, si deve al ricordo del 3 luglio 1990, quando a Napoli nella semifinale dei Mondiali, l'Italia padrona di casa e, grande favorita, perse ai calci di rigore proprio con l'Argentina di Maradona.
Alla vigilia del match di stasera il Ct azzurro Roberto Mancini ha dichiarato, che questa affascinante partita costituirà - la fine di un ciclo. Infatti, in futuro verranno inseriti dei giovani per capire quanto valgono e se si potrà contare su di loro. La gara celebrerà, inoltre, l'ultima uscita in Nazionale di capitan Chiellini. Stasera il difensore della Juve dovrà vedersela contro Messi che, in 17 anni di Nazionale non ha mai affrontato gli azzurri e, contro quel Di Maria corteggiato proprio dai bianconeri. L'Italia stasera proverà a riscattarsi per la mancata qualificazione ai prossimi mondiali, rassegna iridata che a fine 2022 in Qatar vedrà invece presente l'Albiseleste in striscia di imbattibilità da 31 partite. Striscia però che non contempla nessuna europea, soltanto le sudamericane e il Messico, ma questa è un'altra storia.
Corrado Cimador