Tutto quel che vorreste sapere sulla storia dell'italiano e mai osereste chiedere. Perché, ammettiamolo, certe cose si danno un po' per scontate, anche se lo sono meno di quel che sembra. Ad esempio, e cominciando proprio dal principio: si dice comunemente che l'italiano deriva dal latino, ma questo cosa significa esattamente?
E Dante perché è considerato il padre della lingua italiana? Perché lui e non - mettiamo - Giacomo da Lentini - caposcuola dei poeti siciliani? E perché Dante, Petrarca e Boccaccio sono chiamati "le Tre Corone"? O ancora: chi ha inventato il vocabolario?
Dal confronto con il pubblico è nato appunto l'ultimo libro di Valeria della Valle e Giuseppe Patota, fra i più noti divulgatori scientifici dell'italiano. Volume che (edito da Sperling & Kupfer) ha per titolo "La nostra lingua italiana". Ed ecco le risposte dei due autori alle vostre (e nostre) domande e curiosità sulle vicende plurisecolari dell'idioma nazionale.
L'espressione "l'italiano deriva dal latino" significa precisamente che lo continua, e con tradizione ininterrotta, quindi si può dire che "l'italiano è il latino adoperato oggi in Italia".
Dante è il padre della nostra lingua perché per l'italiano l'autore della Divina Commedia ha fatto più di tutti gli altri scrittori messi insieme. Il poema ha avuto così tanto successo che il fiorentino di Dante è diventato la base dell'italiano che parliamo oggi.
Solo Petrarca fu incoronato poeta (nel 1341 a Roma). La formula "le Tre Corone", ossia 'i tre sommi', non ha una spiegazione univoca ma si tratta comunque di modi molti diffusi fra Quattro e Cinquecento.
Infine, il vocabolario, così come la grammatica, è un'eredità antica. Ma la lessicografia moderna, non solo italiana bensì europea, inizia con il Vocabolario degli Accademici della Crusca, stampato a Venezia nel 1612.


Foto da sito repubblica.it
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Ornella Rossetto