Nel 1950 la cittadina di Buie in Istria è sotto l'amministrazione militare jugoslava, subentrata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Moltissimi italiani sono partiti esuli. Pur nel dramma dell’instaurazione del nuovo potere popolare e i soprusi del regime, la comunità italiana rimane forte. In quell'anno viene costruito il primo cinema che viene preso in gestione da Leonardo Acquavita, ex direttore delle cooperative operaie prima della guerra, molto attivo nella vita sociale della cittadina. Egli farà di quel cinema un punto di riferimento. Il dramma e la ricostruzione sociale di quei decenni sono scanditi, in quella sala, da tutti i grandi divi dell’epoca: Audrey Hepburn, Marlon Brando, James Dean, Cary Grant ... e nel buio della sala le distanze tra le persone si accorciano, le differenze di cultura sfumano. È la magia del cinema, che dà l’illusione che il sogno possa diventare realtà. Nel sognare ad occhi ad aperti con le immagini che scorrono sullo schermo, tutti sognano un futuro collettivo e personale migliore, insomma un “un happy end”.
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