Sono oltre 600 le persone arrestate dalla polizia russa nel centro della capitale Mosca, durante le manifestazioni contro l'esclusione di numerosi oppositori dalle elezioni comunali in programma l'8 settembre prossimo. Ad organizzare la protesta è stato l'oppositore del Cremlino Navalny, condannato il 24 luglio scorso a 30 giorni di carcere per avere organizzato la protesta odierna. La manifestazione ha per breve tempo bloccato la tangenziale moscovita. La polizia aveva fermato prima delle proteste alcuni membri dell'opposizione mentre durante la manifestazione ne ha arrestati altri, anche di alto livello, insieme ad attivisti in quanto la manifestazione è stata dichiarata dalle autorità illegale. Navalny aveva indicato come l'epicentro della manifestazione l'area dove sorge il palazzo del sindaco al fine di fare pressioni sulle autorità perchè permettessero a candidati dell'opposizione di correre alle elezioni per il comune, in programma l'8 settembre prossimo, da cui sono stati esclusi. Le autorità dal canto loro avevano evidenziato che molti esponenti dell'opposizione non potevano candidarsi perchè non avevano portato un sufficiente numero di firme non false a loro supporto. Le proteste intendono inoltre evidenziare l'estramemente controllato sistema politico russo in un momento in cui il gradimento del presidente Putin è sceso a causa dell'abbassamento delle paghe negli ultimi 5 anni e dell'impopolare riforma delle pensioni. Secondo la legge russa il luogo e l'orario delle manifestazioni devono essere concordate con le autorità prima del loro inizio, cosa che non è avvenuta in questo caso. Il sindaco di Mosca Sobyanin aveva inoltre avvertito nei giorni scorsi che le autorità avrebbero agito con decisione per garantire l'ordine pubblico, ed ha dichiarato che secondo fonti di polizia provocazioni serie erano state preparate al fine di minacciare la sicurezza, le vite e la salute delle persone. Il comitato investigativo russo ha intanto aperto un'indagine criminale su una manifestazione avvenuta nel giugno scorso con l'accusa di avere fatto ostruzione al lavoro della commissione elettorale.

Franco de Stefani

Foto: Reuters
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