Una riunione che ha avuto l’obiettivo di fare il punto della situazione, secondo a quanto detto da Branimir Štrukelj a capo della confederazione dei sindacati del pubblico impiego, “una riunione per esaminare quanto si sta facendo a livello di singoli schemi salariali e per valutare quanto si sta attuando a livello della tempistica attesa per l’implementazione della riforma, ovvero dell’eliminazione delle disparità salariali e l’adeguamento dei salari all’inflazione”. Come ricordiamo il governo è disposto a stanziare per l’Intera riforma 1,3 miliardi di euro. “Per quanto riguarda le questioni generali, siamo giunti alla conclusione che in questo momento non ha senso proseguire, fino a quando non saremo in grado di concordarci sul capitolo che riguarda l'eliminazione delle disparità salariali", ha dichiarato Jakob Počivavšek, a capo del team negoziale dei sindacati del pubblico impiego. “Abbiamo valutato che dobbiamo concentrarci sui singoli pilastri” ha affermato il Ministro delle finanze Klemen Boštjančič. Štrukelj ha detto che da parte governativa “sono state fornite le rassicurazioni che su questo punto ci sarà un ampio margine di manovra”, ha inoltre detto che ora si è giunti a un punto nel quale le trattative potrebbero scorrere. “Posso capire che i sindacati, ogni sigla, voglia risultare la vincitrice delle trattative e reputo che questa corsa alle categorie salariali potrebbe rappresentare un ostacolo alle trattative nelle prossime settimane”, ha detto Boštjančič. Per quanto riguarda invece le trattative e le armonizzazioni sulle questioni generali a restare particolarmente critica, secondo Počivavšek è la parte della proposta della riforma che disciplina il “pensionamento forzato”. Mi auguro che nel testo finale non sarà presente” ha detto.
Dionizij Botter