L'Iran continua a rimanere fedele all'accordo sul nucleare iraniano nonostante le sanzioni statunitensi, ma non può continuare a restarvi fedele unilateralmente, perchè tutte le potenze firmatarie devono impegnarsi per salvarlo. Lo ha dichiarato il presidente della repubblica islamica Rowhani aggiungendo che, in assenza di segnali positivi da parte degli altri firmatari, Teheran continuerà a lavorare per smettere di rispettare alcuni punti dell'intesa. Le dichiarazioni sono giunte da Dusanbe, in Tagikistan, a margine di un vertice della conferenza sull'interazione e realizzazione di misure di reciproca fiducia in Asia. L'accordo sul nucleare, firmato a Vienna nel 2015, venne sottoscritto oltre che dagli Stati Uniti, poi usciti lo scorso anno, anche da Cina, Russia, Gran Bretagna, Francia e Germania. Nell'ultimatum di 60 giorni espresso nel maggio scorso, Rowhani chiese agli altri firmatari di mitigare gli effetti delle sanzioni statunitensi, altrimenti si sarebbe sentito libero di riprendere ad arricchire l'uranio e a sviluppare il reattore di Arak. Rowhani non ha precisato quali siano i segnali positivi che il governo iraniano vorrebbe vedere. Nel frattempo continuano a salire le tensioni tra Teheran e Washington, ulteriormente inasprite dagli attacchi alle petroliere nel Golfo di Oman che, secondo gli Stati Uniti, sarebbero stati orchestrati dall'Iran. Accuse prontamente respinte dalla repubblica islamica. La Russia per voce del suo presidente Putin ha fatto sapere che continuerà a rispettare l'accordo, invitando gli altri firmatari a fare altrettanto. Gli Stati Uniti, dal canto loro, continuano a premere sull'Iran giustificando il fatto per evitare che Teheran costruisca l'ordigno nucleare, per il rallentamento del programma balistico iraniano e per porre fine alla destabilizzazione che l'Iran sta portando avanti nel Medio Oriente.

Franco de Stefani

Foto: EPA
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