Una cerimonia a dir poco strana quella nella sala dell'antica dieta a Parenzo, per la giornata dello statuto che sancisce il bilinguismo nella regione. Si è parlato dei diritti degli Italiani, ma a nessun esponente della nostra comunità nazionale è stato concesso di parlare. E in apertura di cerimonia, il coro Roženice di Pisino ha intonato l'Inno nazionale croato, la canzone solenne istriana inneggiante al popolo croato, ma non l'Inno nazionale della comunità italiana. Abbiamo chiesto una valutazione in merito al presidente dell'Unione Italiana, Maurizio Tremul, presente alla cerimonia: ''L' inno dell'Unione Italiana sappiamo che non viene intonato da nessuna parte, poiché è anche l'inno di uno stato nonostante esso sia riconosciuto come nostro dalla Costituzione e dalle leggi croate. Quindi secondo me dovremmo cambiarlo e adottare forse il ''Va pensiero''. A proposito del mancato saluto degli esponenti della Comunita' italiana, io non so quale sia il protocollo in uso in questi anni. Comunque qualora saremmo invitati, sarà nostro piacere rivolgere un saluto ai presenti in sala.''
Sul mancato intervento al microfono di esponenti della Comunita' nazionale italiana, il presidente dell'Assemblea regionale Valter Drandić ci ha risposto che ogni anno è cosi, per cui lui non vede problemi. Eppure in sala oltre a Maurizio Tremul c'erano il presidente della Giunta esecutiva dell'Unione Italiana Marin Corva, i due vice presidenti di regione italiani Giuseppina Rajko e Fabrizio Radin nonché la vice presidente dell'Assemblea stessa Tamara Brussich. Dunque si potrebbe dire che gli Italiani sono stati oggetti e non soggetti sul teatrino dell'ipocrisia.
Valmer Cusma