Ha fatto molto discutere negli ultimi giorni, soprattutto sui social, l'iniziativa di proiettare il film "Red Land" ad Isola, presso il cinema Odeon. La proiezione è organizzata dall'Unione Italiana e come noto il film parla della tragica storia di Norma Cossetto. A protestare per la proiezione, in particolare, il partito Sinistra-Levica, che accusa il film di travisare la vera storia ed i fatti reali accaduti in queste terre. Se ne è parlato oggi nella nostra trasmissione "Il Vaso di Pandora", dove il conduttore Stefano Lusa ha avuto tra gli ospiti anche Alan Medveš, consigliere comunale di Levica a Capodistria, che ha sottolineato come Red Land accenda nuovamente i ricordi e gli animi delle persone, in particolare in questo periodo, a ridosso della Giornata del Ricordo, dove le dichiarazioni di Tajani hanno fatto fare parecchi passi indietro ai rapporti tra Slovenia ed Italia. Medveš ha poi sottolineato che finora, a parte Maurizio Tremul, nessun altro rappresentante della minoranza abbia detto qualcosa sulla situazione. Lo stesso Tremul, intervenendo in trasmissione, ha precisato che il film non è una pellicola fascista e che nessuno sta facendo propaganda fascista, in particolare la UI, cha da decenni si sta spendendo per un pluralismo di idee ed in un lavoro di condivisione di intenti. Tremul ha poi rivendicato che i media sloveni hanno purtroppo dato poco spazio ad altre situazioni in cui lui, come rappresentante della UI si è speso in iniziative in favore degli eroi di guerra sloveni, trucidati dai fascisti. Il presidente della UI non si è inoltre detto preoccupato per questa sera, anche se ha evidenziato come la cosa abbia preso una piega sbagliata.
Il presidente della CAN di Isola, Marko Gregorič, ha voluto precisare che la decisione di proiettare il film era stata presa già a fine 2018, prima delle polemiche nate a Basovizza ed anche prima di sapere che la Rai lo avrebbe trasmesso l'8 febbraio. La volontà è solo quella di vedere un film che tante persone ancora non hanno visto. Secondo Gregorič dietro alle polemiche ci sono delle strumentalizzazioni politiche, perché nel 2019 le persone dovrebbero essere preparate ad affrontare questi temi in maniera più serena.
L'ultimo ospite, Franco Juri, ha invece voluto ricordare come il concerto dei Tre Presidenti del 2010 sembrava un punto di arrivo, visto che dopo il reciproco riconoscimento si sarebbe finalmente potuto parlare più serenamente di quanto accaduto nel dopoguerra. Juri ha però sottolineato come il gesto del presidente sloveno Borut Pahor, che ha consegnato a Tajani la relazione della commissione storica italo-slovena pubblicata nel 2000, che illustra i rapporti intercorsi tra le due nazioni dal 1880 al 1956, rappresenti la migliore risposta possibile alle dichiarazioni dello stesso Presidente del Parlamento europeo.
Davide Fifaco