La proposta di modifica del regolamento di procedura dell’Assemblea espressa da 12 consiglieri al centro di un intervento pubblico dell’ex parlamentare sloveno Aurelio Juri. “Esprimo la mia contrarietà a qualsiasi tentativo di riforma che svilisca quanto fatto e sciolga il collante che ci tiene insieme ormai da 33 anni”, scrive l’ex sindaco di Capodistria ed esponente di spicco della CNI e aggiunge: “Non conosco le ragioni della manovra dei rispettabili 12 riformatori o riformisti, ma è una manovra che crea i presupposti per una chiara e netta divisione dell’Unione italiana fra Croazia e Slovenia, anzi la divide subito ovvero dal momento dell’elezione dei suoi vari rappresentanti nelle rispettive repubbliche”. Aurelio Juri ricorda l’impegno profuso nei primi anni ’90 da lui e altri deputati appartenenti alla comunità italiana, nel mantenimento dell’ unitarietà. “Assieme a Battelli, Domio, Gasparini, a Isabella Flego e Franco Juri mi sono dato da fare affinché la nascita di due nuovi stati indipendenti e sovrani sul nostro territorio storico seguita al crollo della federazione jugoslava, con conseguente divisione di brutto anche del nostro corpo nazionale, incidesse quanto meno sull’unitarietà, condizione primaria per conservare numeri e ruoli”, spiega Aurelio Juri e ricorda diffidenza e contrarietà di Zagabria, ma soprattutto Lubiana nel riconoscere un'unica istituzione. La soluzione trovata ovvero la registrazione dell’UI anche in Slovenia senza interventi importanti nel suo sistema elettivo e organizzativo - secondo l’ex parlamentare - è riuscita a tenere assieme le istituzioni e a farle funzionare nonostante gli ordinamenti giuridici e amministrativi diversi. “L’Unione italiana resti così com’è! Funziona e ci tiene insieme”, l’opinione espressa da Aurelio Juri.

(lpa)

Aurelio Juri Foto: Radio Capodistria
Aurelio Juri Foto: Radio Capodistria