Una occasione per discutere, con il ministro Zoran Poznič ed i suoi collaboratori, dei problemi e delle aspettative della minoranza in un momento in cui si vanno ad elaborare i bilanci per il 2020 e per il 2021. Una riunione lunga ed articolata in cui si sono sviscerati i problemi in campo culturale della comunità nazionale. Un comparto importantissimo, visto che gran parte delle attività e dei finanziamenti dipendono proprio da questo dicastero. Alla fine, gli esponenti della minoranza sono usciti dal colloquio soddisfatti, anche perché il ministro avrebbe dimostrato ampia disponibilità al dialogo.
Al centro dell’attenzione le aspettative in capo culturale della minoranza e le prospettive di crescita dei progetti delle varie comunità e istituzioni che si occupano di cultura. In sintesi, si vorrebbero più finanziamenti. Il nodo resta, però, il settore dell’informazione ovvero la situazione ai programmi italiani di Radio e TV Capodistria, ma anche all’Agenzia informativa Adriatica, che in parole povere significa la pagina capodistriana de “La voce del popolo”.
Il ministro ha annunciato che si sta elaborando una nuova legge sui media, precisando che sarà aperto il dibattito e ha assicurato che le osservazioni della comunità nazionale verranno prese in considerazione. Al momento si sta anche stilando anche un libro bianco per la RTV, che poi dovrebbe fungere da supporto per elaborare una nuova legge sul servizio pubblico che si vorrebbe approvare prima della fine del mandato. Scheriani ha ribadito ai nostri microfoni di avere detto al ministro che si vorrebbe che in questo libro ci fosse un capitolo dedicato alla comunità nazionale italiana, ma soprattutto ha sottolienato la volontà della comunità nazionale di produrre una propria visione per i programmi in lingua italiana.
“Noi crediamo – ha spiegato Scheriani- che nella nuova legge ci debba essere un capitolo destinato alla comunità italiana. Quello che si vorrebbe è il potenziamento dei programmi. L’obiettivo è una crescita anche culturale. Bisognerà lavorare per avere autonomia finanziaria e decisionale. La costituzione dice che abbiamo diritto ad avere la nostra informazione. Dobbiamo partire da lì. I nostri programmi devono essere pubblici, ma devono avere indipendenza finanziaria e di scelta. Si tratta di uscire dal sistema a cui siamo abituati e produrre qualcosa di nuovo che sia in effetti nostro”.
Al di fuori della RTV si Slovenia?
“Stando al di fuori non si otterrebbe forse il risultato sperato. Noi vorremmo l’indipendenza all’interno della RTV di Slovenia con un governo che pensi ai nostri programmi dandogli una stabilità in materia di finanziamenti e di personale”.
Autonomia quindi anche in materia di assunzioni.
“Assolutamente sì. Dobbiamo essere autonomi anche da questo punto di vista e dovremo chiedere di esserlo, altrimenti saremo alla mercé di chi decide delle nostre sorti”.
Diritto di assumere senza passare dalla centrale.
“Ciò avviene già per le scuole. Ci sono degli standard e poi gli istituti sono liberi di impiegare le persone necessarie”.
Stefano Lusa