Foto: Radio Capodistria/E. P.
Foto: Radio Capodistria/E. P.

Un importante momento di confronto tra due realtà con le stesse radici culturali; due realtà separate dalle drammatiche vicende del confine orientale al termine della Seconda guerra mondiale ma che continuano ad essere affini e che desiderano conoscersi e costruire assieme percorsi didattici e formativi. È questo lo spirito del seminario aperto stamani ad Abbazia al quale partecipano complessivamente un’ottantina di docenti. “È la terza volta che ospitiamo i colleghi veneti che vengono da noi per avere uno scambio di relazioni, visite con gli insegnanti delle nostre scuole che a loro volta hanno partecipato ai concorsi indetti dalla Regione Veneto. Parliamo di quarta edizione perché ad ottobre siamo stati noi, dell’Istria e di Fiume, ad avere un percorso analogo a Mestre e a Venezia”, ci ha spiegato Patrizia Pitacco, titolare del Settore scuola della Giunta UI. Al seminario, organizzato dall’Unione Italiana e dalla FederEsuli, aderiscono docenti interessati ad arricchire le proprie competenze didattiche e conoscenze specifiche perché, come rileva ancora la Pitacco “il focus è messo proprio sulla lettura del territorio e sulla lettura della storia nonché sui messaggi che ci vengono dati da storia e territorio”. Il programma delle due giornate di aggiornamento si articola in alcune sessioni plenarie con relazioni di docenti locali incentrate sul concetto di identità e su personalità fiumane ma anche con lezioni sul campo che prevedono visite al centro storico di Fiume nonché alla locale Scuola media superiore italiana e alla Comunità degli italiani. “Quest’anno abbiamo voluto oltrepassare il Monte Maggiore ed arrivare ad Abbazia e Fiume che, nonostante la storia diversa da quella istriana, fa parte di questo comune territorio culturale”, ha spiegato ancora la Pitacco che, soffermandosi sulla simbolica denominazione del seminario intitolato “Le due rive”, ha concluso: “Il mare, il fiume si sa sono elementi geografici che fondamentalmente possono essere dei confini, delle barriere naturali ma possono essere anche grandi punti d’incontro, di scambi, di interazione”.