
Il centinaio di ex docenti e in genere dipendenti scolastici delle istituzioni minoritarie arrivati a Babici da tutta l'Istria e dal Quarnero sono stati salutati dal presidente della Giunta esecutiva dell'UI, Marin Corva, e dalla responsabile del settore scuola, Patrizia Pitacco. Entrambi hanno ribadito il ruolo fondamentale esercitato da tutti nella conservazione della lingua, cultura e identità italiane. "È soprattutto un incontro di persone che, anche se in tempi diversi, in ambiti diversi hanno condiviso un unico percorso: il percorso della formazione, il percorso della condivisione dell'esperienza nella Comunità nazionale italiana", ha aggiunto la Pitacco. Da segnalare pure gli interventi di Arden Sirotić, direttore della Scuola elementare di Umago "Galileo Galilei", e di Roberta Grassi Bartolić, presidente del sodalizio ospitante. Il primo ha fornito un interessante quadro dei cambiamenti socioculturali che condizionano oggi il settore dell'istruzione e dell'educazione mentre la seconda ha puntato sull'importanza della categoria per la società in genere che diventa fondamentale in un contesto minoritario. "Siete stati e continuate ad essere un punto di riferimento per tutti noi", ha detto la Grassi Bartolić che, ricordiamo, è pure vicepresidente dell'esecutivo UI.
Un incontro allietato, prima del momento conviviale, dall'esibizione del gruppo vocale de "I cantadori" e dagli scolari umaghesi ma anche da una passeggiata tematica nei luoghi di Fulvio Tomizza con tappe a Giurizzani e Materada.

"Ho tentato di essere sempre presente e sono contenta di esserci anche oggi, di ritrovare tanti amici, tante conoscenze con le quali abbiamo cercato di mantenere alto il livello della qualità della scuola italiana sul nostro territorio. Abbiamo lasciato una bella eredità ed ora sono gli altri a dover continuare un percorso senza il quale quest'area sarebbe incompleta", il commento della polese Claudia Milotti, condiviso pure dalla capodistriana Ondina Gregorich Diabate, che soffermandosi sulle difficoltà dell'affermazione identitaria in una scuola sempre più plurietnica e multiculturale, ha detto: "Penso che attualmente gli insegnanti abbiano un lavoro più difficile del nostro, ma bisogna impegnarsi al massimo affinché ci sia una sensibilità maggiore almeno in quelli che insegnano materie specifiche quali l'italiano, la storia, la geografia e altre ancora". "Abbiamo una cultura molto ricca, che va elaborata in classe", ha aggiunto Orietta Šverko, che ha insegnato musica, e che ha ribadito, assieme a tanti altri, l'importanza del connubio scuola-Comunità. In conclusione, il salvorino Silvano Pellizzon, ci ha detto: "Incontri come questo sono importanti perché oltre che a ricordarci del passato conosciamo la realtà della scuola d'oggi che è cambiata tanto e poiché qualcuno è in pensione da pochi anni, qualcuno da decenni, credo, che faremmo fatica a stare dietro ai nuovi trend ma forse qualche piccolo consiglio lo possiamo ancora dare".