
Primo appuntamento organizzato dall'associazione “Circolo Vitanova”, che ha visto la partecipazione di una ventina di persone che hanno potuto seguire la presentazione fatta da Federico Furlan della sua tesi di laurea dedicata a “gli italiani in Jugoslavia. Scuola e propaganda nel socialismo di Tito”.
Una ricerca molto difficile, ha ammesso Furlan, che ha detto di aver trovato sulla sua strada non pochi ostacoli per raccogliere il materiale e le testimonianze utili a portare avanti il suo lavoro, che affronta un tema complesso che abbraccia un periodo travagliato della storia di questa regione, che va dalla fine della Seconda guerra mondiale alla morte di Tito.
Una scuola particolare, quella della Comunità Nazionale Italiana in Jugoslavia, che godeva di uno status peculiare con i suoi pro e i suoi contro. Impressionante secondo Furlan i dati relativi allo spopolamento registrato tra il ’45 al ‘54 degli istituti italiani, avvenuto non solo a causa dell'esodo ma anche per la pressione perpetuata sulla popolazione italiana ad iscrivere i propri figli nelle scuole della maggioranza. Un quadro che migliora nei decenni successivi, caratterizzati però ancora da un’istruzione fortemente influenzata dall’ideologia socialista. Tra i temi portanti dell’educazione socialista quello della fratellanza e dell’unità tra i popoli, della lotta popolare di liberazione, del culto del leader e molta la propaganda contro l’Italia.
Una scuola di stampo totalitario, quindi, quella della CNI durante il regime, che ha visto però secondo Furlan molti insegnanti comportarsi da “veri e propri eroi”, salvaguardando l’identità italiana nonostante tutto.
A seguire un interessante dibattito, durante il quale sono emerse molte storie individuali che hanno confermato le suggestioni presenti nella ricerca di Furlan, aggiungendo ulteriori particolari.
Barbara Costamagna