L'idea portante del convegno era quella di innescare la discussione sulle possibili istanze per superare l'isolamento, le problematiche, la storia e la poca conoscenza delle tematiche riguardanti la realtà degli Italiani dell'Adriatico orientale, i cosiddetti "rimasti" che nel corso dell'incontro sono stati anche ridefiniti come "residenti".
Un’occasione per parlare anche del "ritorno culturale" e per interrogarsi su come infrangere le barriere sociali, economiche, politiche ed informative. Queste le considerazioni del presidente del "Circolo Istria" e giornalista di TV Capodistria, Ezio Giuricin: "il focus del convegno è in questa particolare circostanza quello di trovare le strategie, le soluzioni, per trasmettere questi valori, questa eredità culturale e farla conoscere ad un pubblico quanto più ampio, sia alle maggioranze di Slovenia e Croazia che alla Nazione italiana, all'opinione pubblica italiana. Spesso le nostre attività, la nostra produzione culturale, la nostra informazione erano chiuse in un ‘hortus conclusus’, una specie di ghetto, in qualche modo volontario o involontario.
La nostra ambizione, la nostra esigenza, il nostro obiettivo è vedere quali sono le proposte e le iniziative da adottare, per uscire da questo ghetto, per superare le barriere e far sì che il nostro patrimonio, la nostra realtà, la nostra presenza, diventi veramente un patrimonio condiviso dell’opinione pubblica dei Paesi, delle terre in cui viviamo".
Questi convegni si svolgono da alcuni anni ormai. Quali sono i risultati che avete ottenuto finora?
"I risultati sono quelli di avere avviato una discussione, un confronto su questi temi e di avere centrato il dibattito su quelli che sono argomenti strategici per la sopravvivenza, il futuro della nostra minoranza e nel senso più ampio della Comunità italiana dell'Adriatico orientale. Abbiamo pochissime occasioni di confronto e di dibattito sui temi nodali da cui dipende il nostro futuro. Ecco questi convegni hanno questa ambizione, di poter, come dire, avviare un confronto su questi temi e speriamo che questo confronto giunga alle orecchie dei decisori, giunga alle orecchie di chi deve poi dare delle risposte concrete".
Davide Fifaco