Che la situazione sia oltremodo seria e che si sia ormai giunti sull' orlo del baratro lo dimostra l’ invito per la riunione lunedì a Gallesano esteso oltre che ai consiglieri dell’Assemblea dell’Unione italiana a quelli della CAN Costiera, ai due deputati ai seggi specifici ai Parlamenti rispettivamente di Zagabria e Lubiana, ai presidenti delle Comunità degli Italiani, ai rappresentanti degli istituti scolastici in lingua italiana di ogni ordine e grado nonché a quelli di tutte le altre istituzioni minoritarie.
Al centro dell’attenzione un argomento che in questi ultimi anni non è mai stato tolto dall’ ordine del giorno ovvero il difficile momento della CNI che con i mille problemi nell’ erogazione dei contributi dall’ Italia si trova ad essere ogni giorno oltre che politicamente più debole, più demoralizzata e sfiduciata. Nemmeno negli anni più bui della storia minoritaria si era arrivati ad una simile situazione: siamo a maggio 2019 e non solo si è in assenza della conferma del Piano di lavoro e finanziario da parte del Comitato di coordinamento per l’anno in corso bensì non sono state realizzate nemmeno le attività programmate e approvate per il 2018 visto i fondi bloccati a Roma a causa della crisi all’ Università popolare di Trieste.
Una crisi quella dell’ente morale triestino che si riversa ingiustamente sulla minoranza e sulle sue istituzioni che spesso – con piani non realizzati- trasgrediscono le leggi degli stati domiciliari. La mancata volontà da parte di Roma ma anche della Regione Friuli-Venezia Giulia di comprendere le reali necessità del mondo CNI oltre che a destare preoccupazione, è umiliante e scoraggiante per chi in queste terre è impegnato nel mantenimento della lingua e della cultura italiana.
Gallesano sarà sicuramente un banco di prova per l’Unione italiana, per il suo ruolo rappresentativo e per il principio di unitarietà. Quasi certo si farà sicuramente quadrato, con le posizioni e le richieste avanzate dall’ UI e si cercherà – per l’ennesima volta- di sensibilizzare Roma consapevoli però che non c’ è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Lionella Pausin Acquavita