Il commissariamento dell'UPT comporta l’azzeramento degli organi statutari in carica. Il vicepresidente dell’ente Renzo Codarin, quale ultimo atto, ha provveduto ad informare gli organismi dell’istituzione triestina dell’avvenuto commissariamento ed ha chiesto ai dipendenti di offrire la massima collaborazione ai funzionari che arriveranno. Le redini dell’ente morale sono state affidate l’ex prefetto Francesca Adelaide Garufi, che sarà coadiuvata da due vicecommissari: il commercialista udinese Alessandro Paolini e la viceprefetto Marzia Baso.
Ora l’auspicio di Codarin è che questo atto possa contribuire a normalizzare la situazione. L’ente non è stato in grado di erogare in questi mesi i finanziamenti a molte istituzioni della Comunità nazionale italiana, che adesso si ritrovano con i conti in rosso. In questi giorni era stato il Dramma Italiano di Fiume a far sentire la sua voce. I soldi, pur stanziati da Roma, però non sarebbero mai arrivati a Piazza Ponterosso, che così non avrebbe potuto provvedere ai pagamenti.
Con l’arrivo del commissario potrebbe esserci una schiarita all’orizzonte sin dalle prossime settimane. In ogni modo se ne riparlerà dopo la Befana. Il commissariamento dell’Università popolare di Trieste era stato chiesto già il 3 settembre scorso dai revisori, all’appello si era unita anche la presidenza dell’ente, che il 3 ottobre aveva chiesto al Ministero degli Esteri ed alla Regione Friuli – Venezia Giulia di prendere in mano la situazione. Ora la nuova compagine resterà in carica sino al prossimo 30 giugno, anche se rimane possibile una proroga del mandato.
L’Università popolare, comunque, sembra sia stata affidata a mani esperte che conoscono bene la situazione. Paolini e la Baso, infatti, erano stati chiamati sin dal mese scorso ad approntare una valutazione sullo stato in cui versa l’UPT. Il loro lavoro si era concluso nella prima metà di dicembre. Resta da chiarire la difficile situazione finanziaria in cui l’ente si trova da tempo e le eventuali responsabilità.