
La nuova legge sui nuovi documenti personali ha accelerato l’innovazione per il rilascio di passaporti e carte di identità, ma ha trascurato alcune garanzie costituzionali nelle procedure delle unità amministrative dei territori dove si trovano le comunità nazionali autoctone. Secondo quanto emerso oggi in Camera di Stato, a partire dal 2026 si dovrebbe tornare alla normalità. La questione è la seguente. L'articolo 11 della Costituzione considera italiano e ungherese lingue paritetiche allo sloveno nelle aree nazionalmente miste, diritto che riguarda sia la forma che i contenuti delle scritte. Con la modifica alla legge sui documenti personali, avvenuta nel 2022, per le carte di identità è stato cambiato il regolamento in modo da non richiedere la motivazione scritta da parte delle comunità autogestite del Litorale e del Prekmurje. Un vulnus per il quale I deputati delle due minoranze si sono attivati con il ministero dell'Interno, con il difensore civico e con quello per le pari opportunità per chiedere il rispetto dei diritti costituzionali. Unanime la risposta e quindi la richiesta di modifica della legge sulle carte d'identità, che deve assicurare senza equivoci pari dignità a sloveno, italiano e ungherese, prima ancora dell’inglese, in modo quindi da assicurare tutte le garanzie del caso. Ziza, che ha sollevato la questione in Aula in nome e per conto delle due comunità nazionali autoctone, ai nostri microfoni commenta così: “Oggi sono soddisfatto perché la segretaria di Stato al ministero degli Interni, Tina Heferle nella sua risposta, pur non dandoci ragione sull'incostituzionalità delle carte d'identità, ha detto che stanno preparando le carte d'identità come dovrebbero essere e come sono pretese dalla Costituzione, articolo 11 e dalle due comunità nazionali italiane ed ungherese. Ha anche aggiunto che nel 2026 dovrebbero iniziare a stamparle con lo sloveno prima lingua, italiano o ungherese seconda, e inglese al terzo posto. Quindi abbiamo due strade aperte, quella della Corte Costituzionale e questa possibilità che il Segretario di Stato ci ha dato oggi. Rimaniamo in attesa che la cosa venga realizzata”.
Valerio Fabbri