La CAN di Capodistria fa quadrato a difesa di Alberto Scheriani, consigliere municipale della Comunità nazionale italiana e presidente della Costiera e contesta le ultime iniziative di Ondina Gregorich Diabaté dimessasi - ricordiamo- dal Gruppo consigliare della Comunità Nazionale Italiana del Consiglio comunale. La missiva riporta integralmente l’interrogazione presentata da Scheriani all’ultima seduta del Consiglio, nella quale aveva chiesto chiarimenti in merito alla posizione ed allo status della Gregorich Diabaté che in qualità di consigliere indipendente aveva anche presentato le proposte di emendamento al Bilancio 2022 assieme al gruppo “Sinistra”. “Sembra che la Gregorich Diabaté stia stravolgendo completamente il ruolo del seggio specifico” recita il comunicato, nel quale si rileva che l’interessata ha dimenticato di essere stata eletta in rappresentanza della Comunità nazionale italiana. Si evidenziano – quindi- tutta una serie di azioni discordanti e contrarie agli interessi della componente italiana per la sua soggettività in seno al Consiglio municipale, nonché penalizzanti per la Comunità autogestita della nazionalità di Capodistria. Tra questi c’è il paradosso - si rileva- di richiedere in sloveno che il foglio informativo comunale MOK sia bilingue. La Comunità autogestita della nazionalità italiana di Capodistria non risparmia critiche al gruppo “Unitarietà- Insieme” e punta il dito contro Alan Medveš, Luka Juri e Clio Diabaté, colpevoli di strumentalizzare gli iscritti poiché molti - riporta ancora il documento- non avrebbero condiviso la recente nota che offende “in maniera indegna” Alberto Scheriani ed il deputato Felice Žiža. Per quanto riguarda invece la presa di posizione di ieri del presidente Unione Italiana, Maurizio Tremul viene condivisa la parte relativa alla necessità di dialogo e collaborazione all’interno Comunità nazionale italiana, ma sottolineata la parzialità. “Sarebbe stato opportuno che prima di prendere posizione il presidente UI, che si definisce super partes, sentisse tutte le parti in causa e verificasse i fatti in modo da comprendere che la richiesta di Scheriani era più che legittima e che l’aggressione operata nei suoi confronti dimostra la bassezza morale e politica di chi ha messa in atto” conclude il comunicato della CAN di Capodistria.
Lionella Pausin Acquavita