Sandro Damiani Foto: La voce del popolo/Željko Jerneić
Sandro Damiani Foto: La voce del popolo/Željko Jerneić

A indurlo a candidarsi la pessima situazione in cui versa la minoranza Italiana che secondo Damiani "è totalmente assente sotto il profilo culturale". "Una comunità divisa, scollata che rischia di scomparire non solo a Fiume ma anche in Istria" il timore del candidato che qualora eletto si impegna a combattere per una maggiore autonomia del Dramma Italiano, per il rilancio della Casa editrice Edit, per la soluzione della questione del nuovo asilo italiano di Fiume, per l'eventuale acquisto di Palazzo Modello. Damiani che sentirà nei prossimi giorni i rappresentanti e attivisti delle Comunità degli Italiani per comprendere meglio le loro esigenze, afferma di essere convinto della necessità - non lo era in passato - di migliorare la collaborazione con l'Università popolare di Trieste. "Se Roma lo esige allora, è giusto che qualcuno ci controlli" dice Damiani che in caso di elezione si avvarrà di collaboratori validi tra i quali ci saranno senz'altro - come ha detto - Orietta Marot. Convinto che la sua è una campagna elettorale in salita, l'ex direttore del Dramma non ha risparmiato critiche al duo Tremul-Corva. E se quest'ultimo con l'equivoco ruolo di segretario della Giunta si starebbe promuovendo oramai da due anni, la candidatura di Tremul, ai vertici UI da 27 anni, desterebbe sospetti. '"Se vinco io Tremul dovrà dimettersi, perché non ci sarà spazio per alcuna collaborazione" è la posizione categorica di Sandro Damiani.