Un ulteriore contributo alla serie di appuntamenti calendarizzati in Istria nell’anno in cui celebriamo i 700 anni dalla nascita del sommo poeta. Organizzato dall’Agenzia per la democrazia locale di Verteneglio e dall’associazione monfalconese Ponti d’Europa, l’incontro ha voluto offrire un excursus per raccontare, come fatto dal professor Rino Cigui, la realtà storica e politica della penisola nel periodo del sommo poeta o per presentare la sua visione europea trattata dal ricercatore Roberto Tirelli e fino a parlare del mito di Dante tra Trieste e l’Istria tra otto e novecento illustrata dallo storico dell’arte Luca Caburlotto.
“Oltre che al valore storico-scientifico, incontri come questo servono a ricordare i legami storici e a rilanciare i contatti tra le nostre terre”, ha detto Danilo Slokar, il consigliere della Regione Friuli-Venezia Giulia mentre negli altri interventi Dante è stato un po’ lo spunto per parlare dell’identità culturale e linguistica italiana che nonostante tutte le avversità e i problemi succedutisi nel corso dei secoli, continua a essere presente e viva in quest’area. Lo hanno confermato il sindaco di Verteneglio, Neš Sinožić, il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione italiana, Marin Corva, come pure i rappresentanti della Regione istriana: la vice-presidente, Jessica Acquavita, e l’assessore alla cultura, Vladimir Torbica, che hanno posto l’accento su alcuni traguardi raggiunti ultimamente tra i quali figura senz’ombra di dubbio l’iscrizione del dialetto istroveneto nel patrimonio immateriale della Croazia. “Una certificazione che - riconoscendo la nostra presenza e quella del nostro idioma dialettale che per tanti è lingua materna - ci sprona e obbliga ad andare avanti ed essere attivi nella tutela e valorizzazione di un’identità che è fondante della cultura e società istriana”, si è sentito dire a Verteneglio.
Lionella Pausin Acquavita