“La delibera mi è stata consegnata ieri sera a Buie, qualche minuto prima dell’inizio della nostra seduta da un consigliere capodistriano”, racconta il presidente dell’Assemblea UI e aggiunge: “Dal mio punto di vista l'Unione italiana è legittimata e ha il pieno diritto di affrontare temi che riguardano pure il territorio sloveno se inerenti ai diritti della Comunità nazionale italiana”. Per Demarin - dunque- nel corso della seduta del 28 febbraio a Pisino, l’Assemblea ha accolto con una maggioranza importante e in piena responsabilità e autonomia, la conclusione inerente alle province in Slovenia, con inclusa la specificità e la denominazione di quella istriana, riferita ai 4 comuni costieri. Il nostro interlocutore rigetta le accuse di documentazione incompleta e confusionaria e rileva: “È nostra prerogativa scegliere materiali e documenti da inviare in discussione, presentarli ai consiglieri e nel contempo di proporre delibere e conclusioni che potranno venire modificate, approvate o meno dall’Assemblea”. Per quanto riguarda la richiesta lanciata dalla Comunità autogestita di Capodistria sulla convocazione di una riunione tematica congiunta al fine di discutere le specificità istriane e dell’autoctonia della Comunità nazionale italiana, Demarin ci ha detto: "È già da un bel po’ di tempo che cerchiamo di sederci tutti attorno ad un tavolo per affrontare i temi di interesse comune. Ovviamente di volta in volta l’incontro salta per impegni dell'una o dell'altra parte ed ecco anch’io -qui- faccio un appello a trovare il tempo per sederci e programmare il nostro futuro e le nostre attività che a volte si intrecciano e hanno obbiettivi comuni, a volte sono diverse nel pensiero e decisionalità anche se l’obiettivo comune e unico è il bene della nostra minoranza”.
Lionella Pausin Acquavita