"Il Dramma Italiano non chiuderà e probabilmente nemmeno le altre istituzioni italiane. Ma certamente le attività verranno ridimensionate e la compagnia ne sentirà gli effetti a lungo". Così scrive il direttore Giulio Settimo dopo la comunicazione ufficiale, arrivata in questi giorni, che i finanziamenti per il 2018 destinati alla minoranza saranno erogati dall'Università popolare di Trieste solo il prossimo anno. "Senza i preziosi stanziamenti dall'Italia il Dramma italiano farà programmi unicamente per la città di Fiume, e si vedrà costretto a ridurre i nuovi spettacoli da cinque a due", spiega ancora fortemente preoccupato il direttore, precisando che il mancato arrivo dei fondi ha intanto creato un buco di quasi 120 mila euro nel bilancio dello Zajc, l'ente teatrale all'interno del quale opera la compagnia di prosa di lingua italiana.
"La situazione è gravissima e purtroppo tutte le istituzioni della comunità nazionale sono in difficoltà", commenta da noi contattato il presidente della giunta della UI Marin Corva. "Siamo molto preoccupati per la situazione in cui si trova il Dramma italiano, il mancato versamento dei mezzi approvati da tutte le istanze e organi preposti - dice - creano non pochi problemi al Dramma e anche all'istituzione cui il Dramma fa riferimento, cioè il Teatro nazionale di Fiume".
Nel corso del 2018 l'Unione italiana ha versato al Dramma italiano due anticipi per un totale di 50 mila euro, ricorda ancora Corva, e di più per il momento non è possibile fare.
Quanto alla collaborazione con l'Upt, sarà in agenda nella seduta dell'assemblea dell'Unione italiana che si terrà questa sera a Isola. "Il problema del Dramma è comune ad altre istituzioni della minoranza, l'Edit, il CRS, il CSMC, la stessa Unione italiana. Siamo tutti in attesa di vedere l'epilogo di questa faccenda che ha toccato l'Upt, perché all'ente morale triestino sono legati molti finanziamenti, e molti progetti sono di sua competenza in quanto ad attuazione", conclude il presidente della giunta UI.