La visita - che rientra nel quinto ciclo di monitoraggio sull’attuazione della Convenzione ed esamina la tutela dei gruppi etnici in Slovenia - è iniziata proprio da Capodistria perché, come rilevato dalla moldava Aliona Grosu, a capo della delegazione “abbiamo voluto incontrare la minoranza italiana nel territorio del suo insediamento, lì dove vive ed è attiva. Si è partiti dalle raccomandazioni emerse nel rapporto di valutazione pubblicato dal Consiglio nel febbraio del 2020, andando ad analizzare la legislazione e l’applicazione delle normative nel settore delle scuole, dell’informazione, della cultura, del bilinguismo, della partecipazione politica”. Informazioni raccolte in loco che serviranno - come ha aggiunto la Grosu - nella stesura del rapporto finale. “Nei prossimi giorni saremo a Lubiana per sentire pure le altre comunità nazionali e i rappresentanti del governo” ha detto l’esperta del Consiglio d’Europa. Nell’illustrarci i vari temi discussi nel corso dell’incontro, il presidente della Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana Alberto Scheriani ha affermato che si è puntato in primo luogo sull’uso della lingua italiana e sull’applicazione del bilinguismo ed in questo contesto è stata rilevata la necessità di un maggiore impegno di tutte le istituzioni dell’area per favorire l’uso dell’italiano, ivi compreso lo studio della lingua nelle scuole della maggioranza. “Naturalmente sono state presentate anche altre iniziative come la creazione della base economica, l’affermazione dei mezzi d’ informazione, delle istituzioni scolastiche e cosi via” ha raccontato ancora Scheriani. Tra i temi affrontati pure quello della regionalizzazione in Slovenia e dell’iter per la formazione della Regione Istria, fortemente voluta dai quattro comuni costieri e dalla minoranza italiana. “Abbiamo fatto capire che questo percorso non può ne deve andare ad intaccare i diritti della CNI ma anzi deve elevarli a livello superiore e dunque regionale” ha affermato Scheriani, ricordando che solo una Regione a Statuto speciale può garantire la particolarità dell’area che deriva dalla presenza della componente italiana.
Lionella Pausin Acquavita