Una delibera d’esonero di 12 pagine, ancora una volta solo ed esclusivamente in sloveno, in cui la Angelini è accusata di tutta una serie di violazioni, a partire da quelle in materia di assunzioni, dove viene tirato in ballo l’impiego della figlia e della cugina, per passare al mobbing che avrebbe esercitato nei confronti di alcuni dipendenti, oltre alle minacce che avrebbe fatto contro la presidente del Consiglio d’istituto. Indice puntato anche sulle anomalie nell’organizzazione del lavoro, sull’abuso delle procedure, sull’uso inappropriato dei documenti della scuola ed in particolare del Consiglio d’Istituto e infine sulle spese non autorizzate per l’acquisto dei nuovi forni per la cucina scolastica. In sintesi, la Angelini non avrebbe rispettato le leggi, i regolamenti e non avrebbe messo in atto le delibere del Consiglio d’Istituto, causando danni alla scuola. Una condotta negligente che secondo la delibera sarebbe certificata anche dagli organismi ispettivi.
Accuse che, con qualche variante sul tema, si rincorrono sin dall’anno scorso. Per i detrattori della preside le cose sono chiarissime: la Angelini è colpevole e se ne deve andare. Sull’altro fronte c’è chi sostiene che non ci sono prove sufficienti e che alla fine alla dirigente scolastica bisognerà pagare un cospicuo risarcimento. Probabile, infatti, che la Angelini, in caso di esonero, si rivolga al tribunale.
La vicenda, intanto, non manca di spaccare la comunità isolana. La scorsa settimana quattro consiglieri della Comunità autogestita hanno rassegnato le dimissioni dopo che quest’ultima ha rimosso Teura Raschini dal Consiglio d’Istituto, per nominare al suo posto Sebastian Morato. La questione ha fatto gridare allo scandalo e adesso sarà materia di una campagna elettorale che si annuncia burrascosa. Il siluramento della Raschini, comunque, è destinato a pesare sui precari equilibri del massimo organismo scolastico. Proprio per questo non appare strana l’accelerata voluta sull’esonero della Angelini. Sta di fatto, che la questione si trascina oramai da troppo tempo e rischia di lasciare pensati strascichi sulla scuola e sulla comunità italiana. Non ha caso la vicesindaca di Isola, Agnese Babič, la scorsa settimana, ha precisato che è giunto il momento di chiudere definitivamente la faccenda. In parole povere, quindi, o si rimuove l’Angelini o la questione della sua defenestrazione deve venir tolta una volta per tutte dall’ordine del giorno.
Stefano Lusa