La tutela delle comunità linguistiche, così l'esecutivo comunitario, è già sufficientemente garantita, attraverso i vari programmi, non serve una legislazione in materia. Questo nonostante il Parlamento europeo abbia recentemente invitato la commissione ad approvare un documento a tutela delle minoranze linguistiche. Abbiamo sentito il parere di Bojan Brezigar, per molti anni direttore del Primorski Dnevnik, quotidiano della minoranza slovena in Italia, e profondo conoscitore delle problematiche minoritarie:
"La commissione europea", sottolinea Brezigar, "ha negato alle minoranze linguistiche il diritto di avere una propria legislazione di tutela. Dopo 8 anni di lavori, decine di migliaia di appartenenti alle minoranze di tutta Europa, che in base a una iniziativa dal titolo "Minority SAFEPACK" hanno raccolto un milione e 200 mila firme, anche gli appartenenti alla Comunità nazionale italiana in Slovenia, la commissione europea ha risposto negativamente. Mentre per le altre iniziative o su altri argomenti in precedenza la commissione aveva proposto delle norme legislative, ieri nella riunione della commissione è stato approvato un documento di ben 22 pagine nel quale sostanzialmente si dice che le minoranze nell'Unione Europea sono già abbastanza tutelate attraverso i vari programmi e che non è il caso di proporre una ulteriore iniziativa di tutela. Questa decisione", dice Bojan Brezigar, "è stata presa nonostante il fatto che non più tardi di due settimane fa il Parlamento europeo aveva con enorme maggioranza di voti, quasi all’unanimità e comunque con voti di tutti i gruppi parlamentari, approvato una risoluzione nella quale invitava la commissione ad approvare un documento, una proposta legislativa, a tutela delle minoranze linguistiche nell'Unione Europea. È stato uno schiaffo alle minoranze, anche uno schiaffo alla democrazia, così lo commenta il presidente del F.U.E.N., l'organizzazione che ha proposto questa iniziativa, organizzazione che raccoglie le minoranze di tutta Europa. Ma comunque il presidente Loránt Vincze, un ungherese di Romania, attualmente membro del Parlamento europeo, sostiene che a questo punto bisognerà intervenire in qualche altro modo per costringere la commissione a fare qualcosa.
Delio Dessardo