2 milioni e 800 mila euro i fondi destinati dal programma Interreg Italia -Slovenia per questa iniziativa che come spiegato da Maurizio Tremul presidente dell’Unione italiana, lead partner del progetto “si pone l’obiettivo di considerare l’area programma come un’area unitaria e integrata; un’area che a prescindere dai confini regionali e statali valorizza la presenza delle minoranze etniche autoctone e delle comunità linguistiche. Sloveni in Italia, italiani in Slovenia, cimbri ladini e friulani nel Veneto sono una ricchezza del territorio che può promuovere attività e attrarre flussi turistici in una visione di area complessiva che va oltre i confini nazionali e regionali.”
Dieci i partner del progetto con in testa la Regione Veneto ed il Friuli-Venezia Giulia nonché le organizzazioni apicali della minoranza slovena in Italia: SSO la confederazione delle organizzazioni slovene e l’SGKZ l’Unione culturale economica slovena rappresentati a Venezia dai rispettivi presidenti Valter Bandelj e Ksenija Dobrila. E se il primo ha sottolineato la valenza della pluriennale collaborazione tra le minoranze italiana e slovena nella progettazione europea per Ksenija Dobrila “Primis è un progetto che mette al centro le persone e le lingue presenti in questo territorio che va dall’ Alto Adriatico alle Dolomiti passando per Venezia Trieste e Capodistria e quindi sono le cinque comunità linguistiche ad assumere valenza turistica e ad essere protagoniste con la loro storia, le loro tradizioni, la loro cultura”.
Oltre che alla mappatura dei beni materiali ed immateriali del territorio plurilinguistico e multiculturale il progetto prevede incontri e festival transfrontalieri tra le comunità linguistiche autoctone, la creazione di itinerari tematici, la realizzazione di dizionari multimediali ad uso turistico, la formazione di giovani ambasciatori culturali, l’istituzione di diversi punti informativi nonché la realizzazione di 4 Centri multimediali, due in Veneto uno a Trieste ed uno a Capodistria. Quest’ ultimo- primo museo multimediale della minoranza italiana- troverà sede nell’ ala bruciata di Palazzo Gravisi Buttorai che verrà recuperata proprio con i fondi del progetto. “Un centro destinato a tutti ma in primo luogo ai giovani, alle scolaresche di Slovenia, Italia e Croazia che avranno uno strumento in più per apprendere della nostra presenza storica sul territorio” ha affermato Marko Gregorič dell’Ufficio Europa, dell’Unione italiana.
“Far conoscere le specificità di un territorio contribuisce a far comprendere la storia, in particolare alle generazioni più giovani, valorizzando identità locali e percorsi di autonomia” ha affermato nel suo intervento Manuela Lanzarin, assessore alle minoranze linguistiche della Regione Veneto mentre per la responsabile della direzione Cultura della Regione Friuli-Venezia Giulia, Antonella Manca “il proposito è quello di valorizzare la ricchezza che caratterizza le nostre terre , ricchezza che è data da questo incrocio di popoli, lingue e tradizioni comuni che grazie a questo progetto potranno essere rilevate e valorizzate dal punto di vista culturale, turistico ed economico.”
Al Palazzo Grandi Stazioni della Regione Veneto intervenuto anche il segretario generale del Ministero per gli sloveni all’ estero, Robert Koje nonché i rappresentanti degli altri partner del progetto: la Fondazione Centro studi Transfrontaliero del Comelico, la Camera per il turismo e l’ospitalità della Slovenia, l’agenzia di sviluppo del Veneto orientale, l’Unione regionale economica slovena nonché la Comunità autogestita costiera della minoranza italiana.
Di Lionella Pausin Acquavita