Le minoranze linguistiche possono avere un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e culturale delle aree di confine, anche all’interno dei programmi europei.
È quanto emerso dall'evento online “Le minoranze nazionali nell'area transfrontaliera", organizzato ogni anno dall’Ufficio del Governo della Slovenia per lo Sviluppo e la Politica di Coesione europea in collaborazione con l'Autorità di Gestione del programma Interreg V-A Italia-Slovenia.
All’evento, che ha analizzato i risultati di programmi in cui sono direttamente coinvolte le organizzazioni delle minoranze linguistiche, hanno partecipato fra gli altri i ministri Zvone Černač e Helena Jaklitsch, e i rappresentanti delle organizzazioni delle minoranze Maurizio Tremul, per la comunità italiana e Ivo Corva e Andrej Šik, per quella slovena.
Il Programma Interreg V-A Italia- Slovenia ha l’obiettivo di promuovere l'innovazione, la sostenibilità ambientale, e migliorare la qualità della vita dei cittadini nelle regioni lungo il confine italo-sloveno e garantire uno sviluppo coerente delle regioni transfrontaliere, anche grazie alla collaborazione diretta fra le minoranze linguistiche presenti lungo le aree di confine. Fra i progetti al centro dell’incontro sono stati citati Jeziklingua, Primis, Transarmon, Eduka, Eduka 2 e Tartini.
L’assessora regionale alle Finanze, Barbara Zilli, intervenendo all’incontro, ha sottolineato come “le diversità linguistiche rappresentino un patrimonio riconosciuto, tutelato e sostenuto dall'Amministrazione regionale”, e ricordato l'importanza “del processo di allargamento ad Est dei confini europei e del potenziamento dei programmi di cooperazione”, “elementi imprescindibili – ha concluso - per rinsaldare un legame profondamente radicato nella storia di queste terre e per alimentare processi virtuosi di comune crescita”.
Alessandro Martegani