Foto: Radio Capodistria
Foto: Radio Capodistria

Uno spettacolo intenso, emozionante, capace di riportare in vita frammenti di memoria e storie di un tempo passato, ma mai dimenticato. “Mili muoi” è stato creato dal musicista trevigiano Carlo Colombo, che con la sua voce e le sue melodie accompagna il pubblico in un viaggio nelle vicende dell’esodo istriano, fiumano e dalmata. Attraverso un racconto, che rientra nel genere del teatro-canzone, Colombo ripercorre le storie della sua famiglia, segnata dall’esodo e dalle difficoltà di “ricominciare” in terra straniera. Sul palco, circondato da cartoni da imballaggio, l’artista ha dato voce a testimonianze di fughe, ripartenze dolorose e nostalgici ritorni. “Mili muoi è come mi chiamava mia nonna, che significa amore mio, piccolo mio. Racconta la storia e la vita dei miei nonni, di come sono venuti via e di come hanno vissuto questo cambiamento epocale. È una storia personale, ma non drammatica, a tratti anche ironica, dove mi sono permesso anche di scherzare su questo, sui modi di fare, sui modi di dire. Io nasco come musicista, per cui soprattutto all'inizio mi trovavo in una modalità più agevole, quella del raccontare la storia attraverso delle canzoni. Aiuta sicuramente la narrazione, la musica è un grosso aiuto dal punto di vista delle emozioni perché è un amplificatore di emozioni e ho usato questa capacità per dare enfasi alla storia.”
Lontano da ogni retorica o intento ideologico, lo spettacolo si distingue per una narrazione sincera, in cui la sofferenza viene raccontata anche attraverso l’ironia. Debuttato nel 2021, “Mili muoi” ha conquistato il pubblico in numerose località, ed è arrivato a Capodistria per offrire ai connazionali un’esperienza di teatro e memoria che tocca le corde più profonde dell’identità e della storia italiana.

B.Z.