Scaricato dopo trentadue anni di "militanza" nelle file del Dramma italiano. È la vicenda che vede coinvolto a Fiume l'attore Lucio Slama, licenziato in quanto ritenuto inadatto a sostenere uno quasiasi dei ruoli previsti dal nuovo organigramma del Teatro nazionale Ivan de Zajc. Non all'altezza di quelle parti secondarie in cui ha sempre recitato e che sono state da poco ridisegnate all'insegna di una maggiore versatilità richiesta agli interpreti. Scarsa presenza scenica e problemi di dizione, ha dichiarato senza peli sulla lingua in un'intervista alla Voce del Popolo il direttore del Dramma italiano, Giulio Settimo. Un burattinonelle mani del sovrintendente Blažević, accusa ora Slama. All'attore fiumano, molto noto al pubblico teatrale della nostra minoranza ma apparso anche in alcuni film, era stato prospettato un demansionamento: attrezzista, macchinista di scena o portinaio, a scelta. Ma lui ha preferito andarsene, perché dopo "32 anni di palcoscenico, 74 spettacoli per adulti, 20 per bambini, e cinque collaborazioni con la compagnia del Dramma croato", la proposta gli è sembrata comprensibilmente degradante. Si attende l'esito della causa avviata dal Sindacato degli operatori culturali della Croazia per la sua riammissione nel vecchio posto di lavoro.
Ornella Rossetto