Tra le decisioni della Giunta- che si è svolta a porte chiuse a causa dell'emergenza coronavirus- quella di attendere con la riconsegna dei soldi in attesa di una risposta da parte dei responsabili della Farnesina. “Come noto ci siamo rivolti al sottosegretario Ivan Scalfarotto che è delegato ai rapporti con i paesi europei e al direttore generale Vincenzo Celeste per segnalare le nostre ragioni e richiedere una sospensione del provvedimento e ora siamo in attesa di indicazioni sul da fare” ci ha detto il presidente dell’esecutivo Marin Corva facendo capire che l’Unione italiana ha avviato ed è impegnata in una serie di incontri politici per ammorbidire la decisione del MAE.
Decisione che in pratica prevede la restituzione di 450 mila euro dei 700 mila riservati al Fondo di riserva UI, Fondo, che nell’ultima e modificata convenzione è stato portato a 250 mila euro. “Una riduzione alla quale non ci siamo inizialmente opposti anche perché nel nuovo documento firmato con Roma ci viene garantita un’accelerazione dell’iter per l’erogazione dei mezzi destinati alla CNI” spiega Corva aggiungendo che comunque complessivamente si tratta di soldi destinati a progetti e iniziative programmate dall’ UI.
Il Fondo di riserva, una volta chiamato Fondo di rotazione- ricordiamo- serve proprio a far fronte alle esigenze e necessità momentanee dovute alla mancanza di liquidità che l’Unione spesso deve affrontare viste i tempi lunghissimi che intercorrono per ottenere i contributi dall’Italia. Per fare un esempio nel 2018 - senza attingere dal Fondo di riserva per il pagamento della prima tranche del Fondo promozione delle Comunità degli italiani - numerosi sodalizi avrebbero dovuto chiudere, per non parlare degli anticipi finanziari che hanno permesso l’attività del Centro di ricerche storiche, del Dramma italiano e di altre istituzioni minoritarie.
“Non siamo contrari alla riduzione dell’importo se- come ci viene promesso dalla Convenzioni 2020- i contributi arriveranno con una regolarità, siamo però dispiaciuti che questi fondi non vengono indirizzati ad attività previste dall’Unione Italiana” spiega ancora Marin Corva che invece per quanto riguarda la restituzione dei 270 mila euro accantonati dice: “Si tratta di risparmi che abbiamo accumulato negli anni e proprio grazie ad un uso attento e meticoloso delle risorse che ci vengono date in dotazione. Mezzi che derivano da progetti che sono venuti a costare meno del previsto e che noi speravamo- com’era uso da sempre- di poter indirizzare ad altre e già individuate iniziative tra le quali ad esempio c’erano pure l’asilo italiano di Fiume”.
Corva e gli altri membri di giunta sperano di superare l’impasse anche perché si rileva a Palazzo Modello “i 750 mila euro sono mezzi destinati alla minoranza italiana e alle sue istituzioni che non dovrebbero venir penalizzate nella realizzazione di attività e progetti portati avanti con oculatezza e grande senso di responsabilità”.
Lionella Pausin Acquavita