Presso la sala conferenze dell'IRCI di Trieste si è svolto ieri il convegno intitolato "Italiani dell'Adriatico orientale: un progetto per il futuro". Evento organizzato dal Circolo di Cultura istro-veneta "Istria". Al termine del convegno è stato presentato e sottoscritto, da molti dei presenti, il "Manifesto" per la realizzazione di un progetto comune per salvaguardare la presenza italiana nell'Adriatico orientale.
Proposte ed idee nate per salvaguardare, promuovere e valorizzare la continuità della presenza italiana nell'Adriatico orientale. Con queste premesse è stato redatto il Manifesto sottoscritto dalla maggior parte degli intervenuti al convegno " Italiani dell'Adriatico orientale: un progetto per il futuro".
Sedici punti chiave per cercare di rivitalizzare una realtà che rischia di scomparire se non verranno messi in atto gli adeguati aggiustamenti, resi necessari dalle recenti evoluzioni economiche, politiche e sociali.
Molte le proposte, la maggior parte delle quali portano a considerare la necessità di rivedere l'impianto economico delle realtà italiane nei territori della ex Jugoslavia. Tra i punti salienti, la proposta di approvare una Legge di interesse permanente della Repubblica italiana per il sostegno e lo sviluppo delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati e la conservazione del patrimonio culturale, storico, artistico e dell'eredità civile degli italiani dell'Adriatico orientale.
Un altro rilevante elemento, che si colloca in un'ottica di riparazione morale e civile, da lungo tempo atteso, per lenire le sofferenze e le ingiustizie arrecate agli italiani costretti ad abbandonare i territori ceduti con il Trattato di Pace del 1947, sarebbe l'approvazione di una legge per un equo e definitivo indennizzo dei beni abbandonati dagli esuli, che riconosca dei reali e congrui coefficienti di rivalorizzazione dei beni abbandonati.
Nel documento si ritiene inoltre auspicabile la creazione di una base ed una dimensione economica della Comunità italiana in Slovenia e Croazia per assicurare delle appropriate forme di autofinanziamento delle istituzioni e delle forme associative della comunità, con iniziative e progetti in grado di garantire la riproduzione ed il rinnovamento delle risorse, coinvolgendo anche il mondo associativo degli esuli, nella creazione di una base economica, con la costituzione di realtà, imprese, strutture e società specialmente nei campi del turismo culturale, socio-sanitario, dell'offerta eno-gastronomica e delle risorse tradizionali del territorio.
Riportiamo di seguito il testo completo del manifesto:
Convegno: "Italiani dell'Adriatico orientale: un progetto per il
futuro"
MANIFESTO
per la realizzazione di un progetto comune volto a salvaguardare,
promuovere e valorizzare la continuità della presenza italiana
nell'Adriatico orientale
La componente italiana dell'Adriatico orientale a seguito degli sconvolgimenti della Seconda Guerra Mondiale e delle profonde trasformazioni politiche, sociali, demografiche ed etniche avvenute in quest'area ha subito dei profondi mutamenti che hanno determinato lo sradicamento e l'esilio della sua parte più significativa e la riduzione a minoranza dei pochi "rimasti". A partire dalla metà degli anni Sessanta sono stati profusi degli sforzi particolari, da parte italiana, per salvaguardare il patrimonio culturale, l'identità e la continuità della presenza italiana in queste terre, con una serie di iniziative fra cui quelle promosse dall'Università Popolare di Trieste e da altri soggetti culturali, politici e istituzionali italiani - volte a sostenere la comunità italiana nell'ex Jugoslavia. Notevole è stato, inoltre, nonostante il velo d'oblio calatosi sulle vicende del confine orientale, l'impegno del Governo e delle istituzioni italiane a favore del mondo associativo degli esuli istriani, fiumani, giuliani e dalmati; un impegno che ha registrato un salto di qualità a seguito dell'approvazione, da parte del Parlamento italiano, della Legge n. 92 del 2004 che ha istituito il Giorno del Ricordo.
Negli ultimi anni, tuttavia, si stanno verificando dei cambiamenti, determinati dalle nuove condizioni politiche e sociali nelle quali si trova ad operare la minoranza e dalle oggettive difficoltà che stanno contrassegnando la vita sia della comunità dei "rimasti", sia di quella degli esuli, che rischiano di compromettere seriamente la continuità della componente italiana, istro-veneta ed istro-romanza di queste terre, e dunque la sopravvivenza di un importante elemento del patrimonio culturale, linguistico, civile e umano della Nazione italiana.
A questo fine si avverte l'esigenza di avviare, con il concorso di tutte le
istituzioni democratiche e di tutti i soggetti interessati, un grande progetto comune per tutelare, promuovere e valorizzare la continuità della presenza italiana nell'Adriatico orientale, con iniziative organiche e di ampio respiro, e di delineare una visione strategica volta a garantire un reale sviluppo sia degli italiani "rimasti", ovvero della comunità italiana presente in quest'area, che del più ampio tessuto associativo degli esuli, in Italia e nel mondo. Un progetto che valorizzi adeguatamente il patrimonio civile linguistico e culturale degli italiani dell'Adriatico orientale e garantisca la missione dell'eredità storica, delle radici e dell'identità di questa comunità alle giovani generazioni.
I partecipanti al Convegno intitolato "Italiani dell'Adriatico orientale: un progetto per il futuro" promosso dal Circolo di cultura istro-veneta "Istria" di Trieste sottoscrivono pertanto e rimettono all'attenzione dei media, delle forze politiche e della società civile, delle istituzioni competenti e di tutti i soggetti interessati il seguente
MANIFESTO
per la realizzazione di un grande PROGETTO comune volto a
salvaguardare, promuovere e valorizzare la continuità della presenza
italiana nell'Adriatico orientale
1. Al fine di offrire una cornice efficace, continuativa ed organica di tutela e sviluppo della Comunità italiana nell'Adriatico orientale si propone l'approvazione di una LEGGE D’INTERESSE PERMANENTE della Repubblica Italiana per il sostegno e lo sviluppo delle istituzioni della Comunità italiana in Slovenia e Croazia, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio culturale, delle tradizioni e della presenza italiane nell'Adriatico orientale. Uno strumento normativo che riassuma, aggiorni e migliori in un testo unico tutte le norme e le disposizioni legislative sinora prodotte a favore del Gruppo nazionale e che, soprattutto, offra garanzie certe di sostegno e di finanziamento in un quadro organico e continuativo
che non sia soggetto a costanti modifiche, necessità di rifinanziamento, incertezze, interpretazioni politiche o di parte, complessità di attuazione o ritardi burocratici. La Legge d'interesse permanente costituisce il principale strumento per la realizzazione di un chiaro progetto in difesa della continuità culturale italiana in queste terre e per l'attuazione di soluzioni politiche e legislative atte a garantire sicurezza ed efficacia agli interventi a favore della minoranza, oltre che per assicurare la soggettività, l'uniformità di trattamento, l'integrità e la partecipazione della comunità italiana; qualità intese quali fattori determinanti della sopravvivenza di un'eredità e della sua presenza culturale autoctona sul territorio. Si auspica inoltre l'approvazione, da parte del Parlamento italiano, di un'analoga LEGGE D’INTERESSE PERMANENTE della Repubblica Italiana per il sostegno e lo sviluppo delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati e la conservazione del patrimonio culturale, storico, artistico e dell'eredità civile degli italiani dell'Adriatico orientale.
2. Ad integrazione di questi importanti strumenti legislativi andrebbe aggiunto un altro rilevante elemento di riparazione morale e civile, da lungo tempo atteso, per lenire le sofferenze e le ingiustizie arrecate agli italiani costretti ad abbandonare i territori ceduti con il Trattato di Pace del 1947; l'approvazione di una LEGGE PER UN EQUO E DEFINITIVO INDENNIZZO DEI BENI ABBANDONATI DAGLI ESULI che riconosca dei reali e congrui coefficienti di rivalorizzazione dei beni abbandonati.
3. Si ritiene necessario avviare delle trattative per giungere quanto prima alla sigla di un ACCORDO TRILATERALE fra Italia Slovenia e Croazia per la tutela ed il rispetto dell’unitarietà e dell'uniformità di trattamento della comunità italiana in Slovenia e Croazia, che concretizzi, sviluppi ed estenda le disposizioni del Memorandum d'Intesa tra Croazia, Italia e Slovenia sulla tutela della minoranza italiana del 15 gennaio 1992 (non accolto, se non nei suoi principi generali, dalla Slovenia e non ratificato dalla Croazia). È inoltre assolutamente necessario implementare e promuovere l'attuazione concreta del TRATTATO tra la Repubblica Italiana e la Repubblica di Croazia concernente i diritti delle Minoranze del 1996, regolarmente ratificato dai due Paesi e pertanto diventato materia di diritto interno.
4. Si auspica la creazione di mezzi adeguati a garantire lo sviluppo di una BASE E DI UNA DIMENSIONE ECONOMICA della Comunità italiana in Slovenia e Croazia per assicurare delle appropriate forme di autofinanziamento delle istituzioni e delle forme associative della comunità. Lo sviluppo cioè di iniziative, progetti e strutture socio-economiche in grado di garantire la riproduzione e il rinnovamento delle risorse, l'autonomia delle fonti di finanziamento e la piena soggettività della rete associativa, culturale ed istituzionale della comunità italiana, oltre che di favorire, con l'apertura di sbocchi lavorativi e di opportunità socio-economiche per i connazionali, le condizioni per un adeguata affermazione delle giovani generazioni e del loro radicamento sul territorio, presupposto indispensabile della continuità della presenza italiana. Si auspica il coinvolgimento diretto del mondo associativo degli esuli nella creazione di una base economica della comunità italiana con la costituzione di realtà, imprese, strutture cooperative o società benefit comuni (soprattutto nel campo del turismo culturale e socio-sanitario, dell'offerta eno-gastronomica e delle risorse tradizionali del territorio, dei servizi orientati al recupero del patrimonio culturale ed artistico, dell'editoria, della gestione ed intermediazione immobiliare, della consulenza e dei servizi giuridici da offrire agli investitori e imprenditori italiani). Un apporto a queste attività potrebbe trovare un supporto, inoltre, nella creazione di un FONDO particolare per la concessione di crediti agevolati a singoli imprenditori o associazioni ed enti della comunità italiana e, in particolare, ai connazionali appartenenti alle seconde e terze generazioni dell'esodo, che potrebbero essere incentivati ad acquisire beni immobiliari o ad attivare delle attività economiche in Istria Fiume e Dalmazia. Al fine di garantire l'efficacia degli interventi in questo campo si propone la costituzione di uno specifico COMITATO DI ESPERTI in grado di fungere da cabina di regia per la realizzazione di un PIANO COMPLESSIVO di interventi per la costituzione della base economica della comunità italiana, supportato da dettagliate analisi e studi di mercato, dall’apporto e la consulenza di esperti e personale altamente qualificato.
5. Si propone l'avvio di iniziative coordinate, nell'ambito della collaborazione fra le associazioni degli esuli e quelle della minoranza italiana in Slovenia e Croazia, per rafforzare e consolidare le relazioni e le attività congiunte fra le due componenti dell'italianità di questi territori e sviluppare dei progetti atti a promuovere una più stretta connessione e sinergia fra le istituzioni culturali e le strutture associative delle due realtà. A questo fine si auspica la costituzione di un TAVOLO DI COORDINAMENTO PERMANENTE tra le associazioni degli esuli e dei rimasti che, sorretto da adeguati strumenti politici, legislativi e finanziari, attui concretamente quel processo di "RICOMPOSIZIONE" della comunità italiana lacerata e divisa dall'esodo e di "RITORNO CULTURALE" della componente esodata che attendiamo e auspichiamo da tempo. In quest'ambito si propone di favorire e sostenere la costituzione di nuove ISTITUZIONI CULTURALI COMUNI, sia nel territorio d'insediamento storico che in Italia, finalizzate, in cooperazione e sinergia con le istituzioni già operanti e presenti sul territorio, alla conservazione, il recupero, la documentazione, lo studio e la promozione dell'eredità culturale e civile della componente italiana dell'Adriatico orientale (Istria, Fiume, Quarnero, Dalmazia), partendo dall'apporto, dalla collaborazione organica e dalle sinergie attuabili fra le istituzioni esistenti delle due realtà[1], e con il concorso delle strutture culturali, accademiche e di ricerca più qualificate dell'area interessata. È certamente auspicabile la nascita, fra le possibili istituzioni congiunte, di un CENTRO CULTURALE PREPOSTO AL COORDINAMENTO DELLE ATTIVITÀ COMUNI per il recupero e la valorizzazione del patrimonio istro-veneto, istro-romanzo, fiumano e dalmata nell' Adriatico orientale, ed al coordinamento delle attività editoriali, di ricerca e di promozione, cosi come alla preparazione e all'elaborazione di progetti europei in questo campo.
6. Si avverte inoltre l'esigenza della nascita di una NUOVA ASSOCIAZIONE, aperta non solo agli appartenenti alla minoranza italiana nei territori ceduti e al mondo degli esodati, in Italia e nel mondo, ma a tutti i connazionali sinceramente interessati alla continuità della presenza italiana nell'Adriatico orientale. Un'associazione di carattere internazionale, che coinvolga tutte le persone di buona volontà, a prescindere dalle loro origini, dalla loro cittadinanza e credo politico o dalla loro residenza, volta a sostenere e promuovere, con iniziative di carattere culturale, economico, sociale, civile e politico, la presenza e lo sviluppo della componente italiana in Istria, Fiume e Dalmazia.
7. È auspicabile l'avvio di un progetto complessivo di sostegno, di sviluppo e di affermazione dell'autonomia della scuola italiana in Slovenia e Croazia, atto ad affermare ulteriormente la sua capacità formativa della cultura e dell'identità italiane sul territorio. È necessario consolidare ulteriormente le risorse e gli strumenti per un'adeguata formazione del personale docente e lo sviluppo di una politica scolastica atta ad affermare, nel rispetto delle legislazioni statali (attraverso forme adeguate di autonomia gestionale e di indipendenza nella programmazione dei contenuti delle materie d'insegnamento) la piena soggettività del sistema scolastico della comunità italiana; un sistema atto a formare, con la costituzione di un Ufficio scolastico o Istituto pedagogico autonomo, l'identità nazionale delle nuove generazioni ed a tramandare loro la ricca e complessa eredità storico-culturale della componente italiana.
8. Si propone l'attuazione, tenendo conto anche di quanto rilevato nei punti precedenti, di un PROGETTO DI RITORNO CULTURALE dei discendenti degli esuli istriani, fiumani e dalmati nei territori di provenienza, attraverso interventi che favoriscano il loro parziale reinsediamento, sia con iniziative di carattere culturale (con la costituzione di realtà o istituzioni culturali comuni in collaborazione con i rimasti) che di carattere socio-economico (l'avvio di imprese, con incentivi particolari, in settori chiave volti a valorizzare le peculiarità del territorio e il suo patrimonio culturale, artistico ambientale). Questo progetto potrebbe essere parzialmente coadiuvato e sorretto dall'approvazione della già citata Legge per un equo e definitivo indennizzo dei beni abbandonati dagli esuli che riconosca dei reali e congrui coefficienti di rivalorizzazione dei beni e che (utilizzando eventualmente e implementando i mezzi previsti dall'art. 4 del Trattato di Osimo[2]) offra agli esuli e ai loro discendenti la possibilità di scegliere fra la riscossione di un indennizzo definitivo in denaro oppure l'utilizzo di un finanziamento agevolato o di crediti a fondo perduto per l'acquisto di immobili o l'avvio di attività economiche o di altri investimenti nei territori d'origine.
9. Si avverte l'esigenza di sviluppare nuovi progetti ed iniziative per sostenere e incrementare, in Italia, Slovenia e Croazia, nelle scuole di ogni ordine e grado e negli istituti universitari, lo studio della storia, dell'eredità materiale e immateriale e delle tradizioni culturali letterarie, artistiche e civili della componente italiana dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia, la stampa di manuali e libri, così come la produzione di documentari, film e trasmissioni televisive su questi temi.
10. Si auspica l'intensificazione della ricerca in campo storico, letterario e culturale sulla realtà della componente italiana di queste terre, e sulle complesse vicende del confine orientale, attraverso il finanziamento e la promozione di nuovi progetti di ricerca a livello accademico e universitario. Si auspica altresì lo sviluppo di più intensi rapporti di collaborazione fra gli storici, gli studiosi ed i ricercatori italiani, sloveni, croati e di altri Paesi al fine di giungere se non ad una "storia condivisa", alla comprensione reciproca e a un confronto costruttivo sui grandi nodi storici del nostro tempo.
11. Si ritiene indispensabile proporre l'avvio di iniziative per tutelare adeguatamente tutte le testimonianze dell'eredità culturale, civile e
storica della componente italiana, preservando i monumenti e le testimonianze cimiteriali, le opere architettoniche e artistiche sviluppando inoltre adeguate iniziative per valorizzare gli odonimi storici, la toponomastica, il bilinguismo e ricordare adeguatamente i personaggi storici legati al patrimonio civile e culturale di questa componente.
12. Nel rispetto dei valori di profonda "pietas" umana si rileva l'esigenza di ricordare, in Slovenia e Croazia, le vittime delle foibe, segnalando adeguatamente i luoghi dove sono sepolte e promuovendo delle iniziative condivise per commemorarle.
13. Si auspica il mantenimento e un razionale incremento degli attuali fondi per la stampa e l'editoria italiani all'estero previsti dalle leggi 198/2016 e 250/90, stanziati dal Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri, attualmente soggetti a un profondo riordino e al rischio di un definitivo spegnimento. Si ritiene indispensabile, inoltre, un rilancio delle iniziative a sostegno dei quotidiani e dei periodici italiani all'estero, al fine di evitare il declino o la chiusura di testate, come "La Voce del Popolo" (unico quotidiano italiano, al di fuori dei confini nazionali, nell'Europa centro-orientale e meridionale), di fondamentale importanza per la diffusione della lingua, della cultura e della presenza italiana in Istria, Fiume e Dalmazia. Analoghi interventi di sostegno sono inoltre auspicabili per i mezzi d'informazione radiotelevisivi italiani ll'estero (Radio e TV Capodistria), con iniziative volte a garantire, promuovere ed estendere la loro ricezione e visibilità in un'area quanto più vasta anche attraverso la stipula di accordi interstatali che favoriscano la collaborazione con le emittenti nazionali e la libera ricezione transfrontaliera (sia digitale terrestre che satellitare) delle trasmissioni in lingua italiana.
14. Si auspica inoltre l'avvio di nuove iniziative congiunte, fra i connazionali rimasti e quelli esodati, nel campo dell'informazione (sia stampata che audiovisiva e dei network digitali) e dell'editoria, per promuovere,diffondere, pubblicizzare e valorizzareadeguatamente le iniziative, le problematiche e divulgare l'eredità culturale degli italiani dell'Adriatico orientale. A questo fine sarebbe auspicabile la realizzazione di UNA TESTATA O PORTALE D'INFORMAZIONE ON LINE COMUNE in grado di sfruttare adeguatamente le sinergie fra gli organi d'informazione (giornali riviste, fogli d'informazione, programmi radiotelevisivi) esistenti delle due realtà e la costituzione di UN AGENZIA STAMPA degli italiani dell'Adriatico orientale, per veicolare, diffondere e promuovere adeguatamente l'informazione riguardante questa realtà, oltre che i rapporti di cooperazione transfrontaliera le relazioni complessive in quest'area.
15. Si avverte l'esigenza di creare degli adeguati strumenti, attraverso la costituzione di un'apposita AGENZIA, per la diffusione dei prodotti
editoriali, della creatività letteraria, artistica, scientifica e culturale della componente italiana dell'Adriatico orientale in Italia e a livello internazionale, allo scopo di garantire un'efficace distribuzione e promozione di queste produzioni e farle conoscere a un pubblico quanto più vasto.
16. È altresì indispensabile sostenere, con adeguati interventi ed iniziative, l'avvio di un progetto complessivo di catalogazione conservazione e documentazione dell'eredità culturale, materiale ed immateriale, degli italiani dell'Adriatico orientale, e garantire la partecipazione dei singoli così come della "comunità di eredità", costituita dalla componente italiana, di queste terre alla valorizzazione, alla tutela ed allo sviluppo di questo patrimonio[3].
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[1] Come, ad esempio, I'TRCI, l'Istituto regionale per la cultura istriana, fiumana e dalmata e il Museo della civiltà istriana fiumana dalmata di Trieste, il Centro di ricerche storiche di Rovigno, la Società di Studi Fiumani, con il suo Archivio-Museo Storico di Roma, la Società istriana di archeologia e storia patria, la Società dalmata di storia patria, Il Centro "Carlo Combi" di Capodistria, la Società di studi storici e geografici di Pirano ecc.
[2] L'indennizzo globale e forfettario per i beni nazionalizzati o confiscati dovuto dagli Stati successori dell'ex Jugoslavia all'Italia per un valore residuo, al netto degli interessi e di altri oneri, di 93 milioni di dollari USA.
[3] Ai sensi della Convenzione quadro del Consiglio d'Europa sul valore dell'eredità culturale per
la società del 2005 e della Convenzione dell’UNESCO per la salvaguardia del patrimonio
culturale immateriale del 2003.