ha deciso di proporsi come candidato al seggio specifico del Parlamento sloveno. Questo l'incipit scelto dal candidato capodistriano per introdurre 23 punti di un programma più articolato che nei prossimi giorni renderà pubblico nella sua integrità. Una proposta nata confrontandosi con tutte le realtà della Comunità nazionale in Slovenia, che Tremul ha contattato per capire quali sono i problemi più sentiti dal territorio. Un rapporto che Tremul, se verrà eletto, intende continuare a mantenere lavorando insieme a tutti i connazionali, proponendo di aprire l'ufficio del deputato a tutti. "Dobbiamo essere fieri della nostra identità e cercare di farla valere in tutto il paese", ha detto Tremul, sottolineando l'importanza di introdurre le conoscenze sulle minoranze autoctone all'interno del percorso didattico delle scuole slovene. Fondamentale, per lui, anche l'attuazione del bilinguismo, che dovrebbe prevedere però una diversa interpretazione della legge trasformando il diritto di utilizzare la lingua italiana da individuale a territoriale. Da rivedere invece, secondo lui, la legge sugli elenchi elettorali che dovrebbero tornare nelle mani delle CAN. Necessario anche battersi per il varo di una legge specifica sulle associazioni, oltre che per rendere maggiormente autonomi i programmi di Radio e tv Capodistria. Tremul infine ha espresso le sue critiche a riguardo del sistema di elezione del candidato minoritario per il quale sarebbe secondo lui meglio utilizzare un sistema maggioritario a doppio turno.
Bruno Orlando ha concordato con il suo avversario sulla necessità di far diventare maggioritario il sistema di elezione per il candidato al seggio specifico, poiché ha definito l'attuale "confusionario e poco chiaro". Se eletto, inoltre, proporrà anche l'elezione diretta dei presidenti delle Can, oltre che del presidente della costiera. D'altronde Bruno Orlando ha parlato chiaro e ha detto che la sua candidatura intende essere di rottura rispetto a un quadro delle istituzioni minoritarie che lui ritiene sempre più debole. "Gli italiani non hanno oggi una Comunità di intenti e non sono uniti", ha detto senza mezzi termini, parlando di gruppi di interesse contrapposti. Una candidatura la sua contro i clan e contro alcuni personaggi che "detengono tutti ruoli più importanti all'interno del gruppo nazionale". La stessa Can costiera, per Orlando, è debole visto che non riesce neanche a concordare regole omogenee. Quindi è necessario lavorare, secondo lui, per rivedere l'intero sistema, coinvolgendo anche di più i giovani, facendogli, però, seguire un percorso di crescita graduale all'interno delle istituzioni. Anche per Orlando il ruolo di deputato al seggio specifico deve essere portato avanti sempre di concerto con la Comunità, e il suo impegno, se eletto, sarà per la risoluzione dei problemi che allo stato attuale colpicono maggiormente il gruppo nazionale come l'autonomia dei programmi radio e televisivi della minoranza, l'applicazione del bilinguismo e l'implementazione del sistema scolastico.
I due candidati hanno espresso posizioni diverse sulle regole per l'iscrizione alle liste elettorali della CNI, mentre si sono dimostrati concordi sul ruolo del deputato della minoranza, che non deve esimersi dal dialogo con tutte le forze di governo, senza abdicare al suo ruolo politico; e sulla proposta di scegliere in futuro i presidenti delle Can locali e della Can costiera con elezione diretta.