Nell' ultima seduta dell'Assemblea UI che si è svolta a Fasana, il suo presidente Paolo Demarin oltre che a far capire l'urgenza di una revisione degli atti interni, ai nostri microfoni non ha nascosto stanchezza e delusione. Dovute- ha fatto intendere- al costante confronto tra le due massime cariche dell'Unione italiana, vale dire tra il presidente della Giunta e quello dell'UI. Manca a suo dire, ma lo si comprende anche dall' esterno, una linea guida condivisa tra i due legali rappresentanti dell'associazione ed il loro scontro-confronto spesso si riversa sulle spalle dell'Assemblea. Nonostante ciò, Demarin caratterizza il 2024 come "un anno proficuo per la realizzazione di numerosi progetti sia in campo edilizio che nel settore della cultura e della tutela identitaria della CNI", e riferendosi al "caso Consulta di Capodistria aggiunge: "Allo stesso tempo abbiamo avuto pure delle sofferenze di carattere istituzionale dovute al fatto che ahimè siamo residenti in due stati diversi con due legislazioni diverse. Perciò auspico, ed è questo l'augurio per l'Unione italiana, che il 2025 ci porti serenità e compattezza e che ci unisca nella strutturazione e nell' organizzazione".
Demarin non vuole usare il termine di unità bensì quello di "remare assieme nella stessa direzione" perché spiega "poi nelle visioni e nelle necessità troviamo sempre il comune denominatore visto che tutti noi - ne sono sicuro- vogliamo bene all' Unione italiana". Il presidente dell'Assemblea rileva la necessita di dialogo e dice: "Dobbiamo parlare di più tra di noi cercando di mantenere in vita e migliorare quanto creato negli anni ed evitare di mettere a repentaglio-nella speranza di migliorare le cose- quanto funziona e ci mantiene in vita da decenni. Il 2025 si prospetta come l'anno delle soluzioni? Per Demarin questo l'augurio e questa l'aspettativa. "Poi- dice- vedremo come andranno le cose, ma io sono fiducioso".
(lpa)