Tra i promotori del dibattito, la consigliera comunale della CNI di Capodistria Ondina Gregorich che ha aperto la serata rivendicando la necessità di difendere l’unitarietà della minoranza. Subito dopo Luka Juri, anche lui tra gli organizzatori, ha letto la risposta inviata dal presidente della CAN costiera Alberto Scheriani che ha comunicato il suo rifiuto a partecipare al dibattito poiché organizzato da un gruppo anonimo; dando però la sua disponibilità ad altri eventi di questo tipo se i proponenti saranno palesi.
Presenti invece il presidente della Unione italiana Maurizio Tremul e quello della sua Giunta esecutiva Marin Corva che hanno difeso il ruolo che da decenni la loro organizzazione riveste in seno alla minoranza in Slovenia e in Croazia. “L’Unione italiana va tutelata”, ha dichiarato Corva, “perché così tuteliamo anche noi stessi”. “Esistono altre istituzioni della minoranza, però nessuna di loro rappresenta tutti i connazionali unitariamente e copre tutto il territorio”, ha sottolineato.
Tremul ha messo, invece, in risalto l’organizzazione diarchica della UI, della quale ha ricostruito l’esegesi della nascita avvenuta in seguito ad un dibattito democratico iniziato all’interno della CNI nel 1988. “Tutto alla luce del sole e non per corrispondenza”, ha detto sardonicamente riferendosi probabilmente alla modalità con la quale è stata proposta la richiesta di inserire un rappresentante della CAN costiera nel comitato di coordinamento del MAE.
"Lo statuto della UI all’articolo 19 prevede che possano associarsi ad essa le CAN" ha concluso Tremul, tracciando quella che potrebbe essere una via alternativa alla proposta messa in campo. "Trasparenza e apertura", sono le richieste di questo gruppo di cittadini che vedrebbero di buon occhio l’adesione all’Unione Italiana da parte delle CAN.
Queste ultime sono istituzioni nate proprio dal concetto di autogestione di kardeliana memoria e perciò dovrebbero ancora oggi basarsi sulla condivisione delle scelte con la base, ha dichiarato Franco Juri, invitando la CAN costiera ad aprirsi al dialogo su questi ed altri temi caldi a livello locale e nazionale.
“Quello di oggi non è un incontro anonimo, ma si tratta di un’occasione per discutere con la società civile”, ha tenuto a dire un altro Juri, Aurelio, criticando la scelta di Scheriani di non partecipare. Anche la piranese Daniela Paliaga ha detto di essere dispiaciuta dell’assenza dei rappresentanti della CAN costiera, che ritiene abbiano mancato della capacità di confrontarsi in modo costruttivo con la base anche in altre occasioni, come ad esempio il decreto sul bilinguismo.
Dopo i vari interventi gli organizzatori hanno letto un appello preparato da loro, che verrà inviato alla CAN costiera, nel quale si difende il ruolo dell’Unione Italia e il principio di unitarietà della Comunità Nazionale Italiana, invitando i presenti a firmarlo. La discussione e poi proseguita in modo più informale attorno a un rinfresco offerto dall’Unione Italiana.
Barbara Costamagna