La storia della strage è ormai nota e di anno in anno cresce la consapevolezza fosse stato un atto di intimidazione del regime comunista verso gli italiani per costringerli a lasciare la loro città, il che puntualmente avvenne. Alcuni anni fa lo scomparso sindaco di Pola Luciano Delbianco aveva apertamente parlato di vile attentato. Come ogni anno la cerimonia è stata organizzata dal Libero comune di Pola in esilio in collaborazione con la Comunità degli Italiani. La sua vicepresidente Maria Rita Cosliani ha ribadito una richiesta finora senza riscontro. Ossia che il cippo venga completato con i nomi delle 64 vittime identificate delle oltre 100 complessive, tra le quali tanti bambini. ''Francamente'' ha detto '' non si riesce quali siano gli ostacoli che impediscono la collocazione della stele con i nomi, tra l'altro esiste già il progetto del compianto architetto Tullio Canevari. E poi come ora della strage sul cippo sono indicate le 13.00, e invece erano le 14''. Livio Dorigo del Circolo Istria di Trieste che negli anni 90 aveva fatto erigere il cippo assieme all'allora presidente della Comunità degli Italiani e dello scomparso sindaco Luciano Delbianco, ha lanciato un appello molto chiaro. Per la precisione che “nel nome di questo disastro che ha spezzato l'anima della città si riassumono tutte le sofferenze della nostra terra e attraverso queste sofferenze si sublimi un sentimento di pace”. Il Console Generale d'Italia a Fiume Paolo Palminteri ha parlato di spirito di riconciliazione. “È necessario ricordare il sacrificio di tante vittime” ha sottolineato “e ciò va fatto nell'ottica di oggi in cui Italia e Croazia sono due paesi amici e alleati, e quindi in uno spirito di riconciliazione”. Sicuramente non si possono dimenticare le vittime però cerimonie di questo genere non si devono usare per rivendicazioni ma solo ai fini di una convivenza pacifica, come quella che oggi esiste a Pola. Interessante notare che non ha parlato nessuno a nome dei polesani rimasti, e ci riferiamo alla Comunità degli Italiani e al Municipio.
Prima della commemorazione don Desiderio Staver aveva officiato la messa di suffragio al Duomo, nel cui parco si è svolta la cerimonia. In precedenza, sul cippo era stata deposta una corona di fiori da parte degli Antifascisti e della Città di Pola, però' a nostro modo di vedere con una stonatura. I nastrini con le diciture croata e italiana riproducevano entrambe la bandiera croata, quella della Comunità nazionale italiana ancora una volta è stata ignorata.
Valmer Cusma