Non c’è stata grande adesione, complice forse il maltempo e forse anche i numerosi incontri che hanno toccato quasi tutti i sodalizi, all'incontro dei responsabili delle Comunità degli Italiani. Quelli presenti comunque sono tornati a esprimere le rispettive visioni sulla modernizzazione della massima istituzione degli italiani di Slovenia e Croazia. E tutti hanno ribadito la necessità di rafforzare la soggettività dell’Unione Italiana, di garantire e migliorare la rappresentatività a tutti i soggetti del mondo minoritario e consolidare il principio di unitarietà.
Su quest'ultimo punto, per il fiumano Moreno Vrancich, questo potrebbe essere il momento giusto per ricomporre il meccanismo delle due Unioni, quella capodistriana e quella fiumana. Oltre che ad auspicare una maggiore autonomia finanziaria, Mario Steffè ha fatto accenno ai pro e ai contro di una ricomposizione dell'Assemblea che in tanti definiscono mastodontica. E se da una parte Neda Pilato Sainčić di Visinada, reclama la rappresentanza di tutte le Comunità da un'altra, come sostenuto dal presidente dell'Assemblea, Paolo Demarin, questo problema potrebbe venir superato con un sistema bicamerale. Da una parte i rappresentanti di tutti i sodalizi con maggiori poteri e diritto di veto sui finanziamenti alle CI dall'altra un organismo più snello e capace di agire con velocità, eletto in una circoscrizione unica e con un ruolo e competenze prettamente politiche.
Come rilevato dal presidente UI, Maurizio Tremul, ora è in corso la sistematizzazione delle proposte raccolte in due mesi di dibattito pubblico mentre il presidente della Giunta, Marin Corva, ha annunciato che l'argomento sarà discusso ancora, prima di andare in Assemblea, dagli attivi Consultivi di scuole, imprenditori e istituzioni CNI.
Lionella Pausin Acquavita