Nominato direttore ad interim dell'Ufficio nazionalità a fine 2023, Rok Petje è entrato in funzione il primo gennaio scorso andando a sostituire Janez Doltar che ha ricoperto l'incarico- ricordiamo- per soltanto sei mesi. Laureato in management ed esperto in gestione e progettazione strategica specie nella pianificazione e implementazione di iniziative di sviluppo locale il nuovo responsabile dell'Ufficio governativo, negli ultimi anni, assieme alla minoranza ungherese ha contribuito attivamente alla crescita regionale del Pomurje. Ultimamente, nell'ambito dell'agenzia di sviluppo regionale, si è dedicato alla Comunità Rom.
Perciò nella breve e del tutto casuale intervista che abbiamo realizzato con lui a Capodistria ha esordito raccontando di conoscere abbastanza bene la realtà e le dinamiche dei gruppi etnici presenti in Slovenia. "Provenendo da Lendava - dove ho lavorato con gli ungherese focalizzandomi poi sulla comunità Rom - posso dire di operare in un settore che mi è famigliare", afferma Rok Petje e precisa: "Sicuramente conosco meno la Comunità nazionale italiana, ma la posizione, i problemi e le aspettative sono simili a quelle dei magiari quindi ribadisco che l'universo minoranza non mi è nuovo. Oggi sono per la seconda volta in visita a Capodistria anche per toccare con mano e comprendere meglio la situazione, per ottenere ulteriori informazioni e sono convinto che già nei prossimi giorni avvieremo il lavoro del nostro Ufficio così come abbiamo progettato".
Un compito delicato - gli ricordiamo- quello dell'Ufficio nazionalità che spesso si trova a dover equilibrare le richieste delle minoranze con le disposizioni del governo. "Vedo l'ufficio nazionalità come un punto di contatto, di unione tra le comunità italiana, ungherese e rom e dall' altra parte lo Stato, il Governo e soprattutto i vari ministeri. È nostro interesse veder attuati, applicati i numerosi decreti e i progetti relativi alle minoranze. Perché? Oltre che a garantire il benessere dei gruppi etnici e a migliorare la posizione di chi vive nei territori nazionalmente misti questo permette all' ambiente di riconoscere le minoranze come una ricchezza, un valore aggiunto per lo sviluppo e la crescita economica, turistica, culturale. È necessario capire e comprendere che rafforzare le minoranze significa rafforzare il territorio dove queste vivono", ci dice ancora Rok Petje che alla domanda relativa alla poca sensibilità che spesso dimostrano stato e governo nell' attuazione dei diritti e soprattutto nel controllo dell' applicazione delle leggi afferma: "Se parliamo di finanziamenti allora è chiaro che questi non bastano mai, ma come Ufficio nazionalità ci siamo impegnati a monitorare l'applicazione di tutte le norme che interessano le comunità nazionali". (lpa)
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