Lungo comunicato del presidente dell’Unione italiana, Maurizio Tremul sulla prossima interruzione della visibilità dei programmi italiani di RTV Capodistria tramite satellite. “Un fatto di enorme rilievo in quanto cesserà una presenza assicurata dal 2006 in qua” rileva la nota che fa una dettagliata cronistoria degli impegni profusi dall’ Unione Italiana, dalla Can Costiera dai deputati italiani ai Parlamenti di Lubiana e Zagabria nonché dalla dirigenza dell’ ente capodistriano nel reperimento e mantenimento dei finanziamenti necessari alla copertura delle spese d’ affitto del satellite, spese inizialmente sostenute per intero dall’ Italia e successivamente cofinanziate dal governo sloveno. “Venuta meno la possibilità dello Stato Italiano di coprire i costi del satellite – scrive Tremul- l’UI assieme agli altri soggetti interessati, è alla ricerca di soluzioni alternative che garantiscano la trasmissione dei programmi italiani in tutto il territorio d’ insediamento storico della minoranza italiana”.

Anche il vicedirettore di RTV Slovenia per i programmi in lingua italiana, Antonio Rocco conferma che l’11 novembre scade il contratto di RTV Slovenia con l’azienda Eutelsat ed in quella data cesserà la trasmissione dei programmi italiani via satellite. “Noi abbiamo avuto in questi ultimi tempi l’opportunità di verificare le possibilità di finanziare ulteriormente la nostra presenza su satellite ma purtroppo non abbiamo avuto queste assicurazione e senza questo tipo di base finanziaria non è possibile pensare di trasmettere avanti via satellite”.

Quali ora le vie alternative?
Con il sostegno dei deputati al Parlamento di Lubiana e Zagabria, della CAN Costiera e dell’Unione italiana abbiamo avviato una serie di altre iniziative per verificare delle soluzioni alternative. Il dato importante è che nella zona digitale in Istria e a Fiume c’ è un canale libero per cui si sta lavorando anche con dei passi concreti per verificare la possibilità di ritrasmettere i nostri canali nel digitale terrestre in Croazia. Alla stessa maniera si cercherà di valutare anche un’opportunità di inserire i nostri canali pure nella vicina Italia o in parte della vicina Italia.

Dunque, si intravedono delle possibili soluzioni?
Ci sono dei processi in corso. Il problema della ricezione dei nostri programmi nel territorio d’ insediamento storico della nostra minoranza è un problema storico. Una quindicina di anni fa abbiamo intravisto attraverso il progetto satellite la possibilità di offrire i nostri programmi ai connazionali, un progetto che purtroppo da qualche tempo ha delle difficoltà a venir rifinanziato e da allora si cercano soluzioni alternative tra queste c’ è anche internet anche se su questo penso bisognerà lavorare ancora molto e sarà necessario aspettare che la tecnologia si sviluppi e che permetta una ricezione ottimale. Purtroppo, il satellite che è partito con grandi speranze da parte nostra e che ha dato dei buoni risultati visto che il pubblico lo ha accettato bene è un percorso che dobbiamo archiviare.

Un progetto che viene archiviato perché mancano 159 mila euro per l’affitto, finora garantiti dall’ Italia?
In effetti tutto l’importo che è in qualche maniera scoperto si aggira sui 270 mila euro. Nel tempo ci sono state varie forme di finanziamento che sono durate parzialmente, si sono interrotte e poi sono riprese. Purtroppo, ora è in pratica tutto l’importo a rimanere scoperto e noi non abbiamo la possibilità di finanziarlo con mezzi propri. Ci sono naturalmente anche altre urgenze. I programmi italiani di Radio e TV Capodistria negli ultimi anni segnalano una perdita graduale importante dei posti di lavoro. Noi dal 2015 al 2021 rischiamo di perdere un quinto dei posti di lavoro ed è anche questa un’emergenza sulla quale stiamo lavorando e anche in questo contesto riscontriamo una grande sensibilità degli esponenti CNI che ci vengono incontro e ci sostengono nelle nostre richieste in un contesto in cui la RTV Slovenia ha nella propria strategia una riduzione del personale. Noi purtroppo non possiamo più permettercelo perché perdere un quinto dei posti di lavoro mette a rischio la nostra funzione. Ecco stiamo lavorando su più fronti. Purtroppo, ripeto, la diffusione è molto importante si tratta di un problema storico al quale cercheremo di trovare una soluzione duratura.


Anche il deputato della comunità minoranza italiana al parlamento sloveno Felice Žiža, è intervenuto sull’ interruzione della visibilità dei programmi italiani di RTV Capodistria tramite satellite. Dall'11 novembre cesserà infatti la trasmissione satellitare dei programmi italiani di Radio e TV Capodistria, mettendo a rischio la visione su parte del territorio dove è presente la comunità italiana, un problema che, conferma Žiža, “non ha vie d'uscita facili da trovare in così breve tempo”.
“Penso -
ha aggiunto – che la cosa più semplice e fattibile, dal mio punto di vista ma anche dei dirigenti della comunità nazionale in Slovenia, sarebbe ottenere un finanziamento completo da parte della Repubblica italiana tramite l’Upt e l'Unione italiana, come è avvenuto dall'inizio del 2009 al 2013, quando è stato istituito il satellite con la diffusione satellitare dei programmi italiani di tv Capodistria. Considerando però che l'Unione italiana ci ha risposto che effettivamente non si riesce a ottenere questo tipo di finanziamento, abbiamo intrapreso un'altra strada per ottenere una diffusione per via digitale, sia in Croazia sia in Italia. Abbiamo già avuto dei contatti: siamo andati anche a Zagabria, abbiamo contattato l'onorevole Furio Radin, di su mia proposta. Abbiamo avuto, con il presidente Scheriani e il direttore Antonio Rocco, una riunione con il presidente dell'Unione e i direttori della televisione slovena e croata, e i due corrispettivi direttori per la diffusione dei segnali radiotelevisivi. Siamo giunti alla conclusione che tramite l'agenzia dei media si potrebbe ottenere la diffusione per via digitale: due settimane fa era libero un canale per la diffusione per via digitale in Istria. Chiaramente in questo tempo l’Unione italiana e l'onorevole avevano da svolgere certi compiti, che stanno svolgendo, e si spera di arrivare in tempo e non perdere il canale. Poi bisognerà vedere quali sono i criteri per poter effettivamente andare in onda in digitale in Istria e in tutto il territorio d’insediamento storico della nostra comunità nazionale italiana in Croazia".
“Siamo entrati in contatto con il Ministero degli Esteri italiano e con la commissione affari esteri, e stiamo aspettando una data per andare a Roma e per iniziare a parlare anche con l'Italia, proprio per vedere quali sono le possibilità reali della diffusione attraverso il digitale, anche iniziando dalla regione Friuli Venezia Giulia, e poi via via a seconda delle possibilità di copertura del territorio: c'è una realtà che già esiste, quella del Trentino Alto Adige, dove già dal dopoguerra secondo il Trattato di pace, hanno una piattaforma multimediale che trasmette tutti i programmi austriaci e tedeschi nel territorio d’insediamento storico della minoranza tedesca, per cui la possibilità anche in Italia c'è, dobbiamo solo percorrerla e vedere se poi tutti insieme, uniti, Unione Italiana e le nostre rappresentanze in Slovenia, CAN costiera, i due deputati, il collega al Sabor e io, con i direttori, riusciamo ad ottenere questo risultato. Io sono fiducioso: bisogna lavorare tutti insieme per arrivare alla conclusione positiva per tutti i nostri connazionali “.
Il direttore Rocco ha posto anche il tema più generale del personale e delle risorse…
“Su questo punto abbiamo iniziato a dialogare con il governo già nel settembre 2018, quando abbiamo firmato un accordo di collaborazione. All'interno dell'accordo c'è scritto chiaramente che bisogna lavorare per stabilizzare i quadri e finanziamenti per i programmi di Radio e TV Capodistria, è un obbligo che la coalizione di governo si è presa. Da quest'anno da giugno a luglio, in prospettiva dell’approvazione del bilancio per il 2020 – 2021, considerando anche che sono iniziati i primi pensionamenti nel luglio del 2019, abbiamo parlato col Governo, con l'ufficio per le nazionalità, e siamo riusciti ad ottenere il finanziamento per tre giornalisti e due tecnici fino alla fine dell’anno: che poi dovrebbero essere portati avanti a tempo indeterminato. Nel 2020 - 2021 andranno in quiescenza altri quattro giornalisti e ci stiamo mettendo d'accordo perché anche questi posti vengano coperti finanziariamente. La RTV sembra non coprirà queste spese, e lo dovrà fare il governo, probabilmente tramite l'ufficio per le nazionalità”.
“La questione non è stata ancora risolta fino in fondo: stiamo dialogando. Anche la scorsa settimana, quando abbiamo incontrato il Presidente Šarec, abbiamo posto il problema, e abbiamo parlato anche con i rappresentanti della coalizione: tutti sono d'accordo che il problema vada assolutamente risolto, stabilizzando soprattutto i quadri e il personale di cui abbiamo parlato. Ho grande fiducia che la cosa venga vada a buon fine, anche perché è quello che è successo dal 2015 fino al 2019 con la perdita di altri 15 giornalisti, lo abbiamo spiegato anche al Presidente Šarec, è stata una chiara violazione dei diritti che sono tutelati dalla Costituzione e dalle leggi slovene: ci hanno tolto 15 giornalisti riducendo il livello dei nostri diritti sul territorio”.


Lionella Pausin Acquavita / Alessandro Martegani


70.Radio Capodistria Foto: Radio Capodistria
70.Radio Capodistria Foto: Radio Capodistria