Seduta aperta da lunedì a venerdì scorsi per approvare il bilancio che andava presentato alle competenti autorità croate entro l’ultimo giorno di febbraio. 54 i consiglieri che hanno aderito al voto con 48 espressioni di favore e 6 astenuti. Il documento, composto da una 50.ina di pagine che riportano lo stato patrimoniale e tutta un’altra serie di specificazioni conferma per il 2020 entrate, pari a 21 mila 400 kune, e uscite per 22 mila 200 con un passivo - quindi - di 800 mila kune circa, coperto in parte dall’avanzo dello scorso anno. “Quella era la situazione al 31 dicembre e dovuta all’anticipazione di alcune spese che abbiamo dovuto coprire in attesa dell’erogazione dei fondi da parte dell’Università popolare di Trieste che nel contempo è stata realizzata” ci ha spiegato il presidente della Giunta esecutiva Marin Corva.
“Un documento di difficile lettura” dicono molti consiglieri dell’Assemblea UI che in modo informale si sono lamentati con il presidente Paolo Demarin che dice: “Hanno ragione. Si tratta di un materiale complesso specie per quanti non hanno dimestichezza con la materia contabile. Ad esempio la somma registrata in cassa supera il disavanzo e molti potrebbero pensare che si tratta di soldi non spesi per mancata volontà dell’UI che non ha avviato o realizzato i progetti invece non è così. A volte in cassa ci sono somme ingenti - specie quelle riguardanti la legge 73/01 - perché vanno erogate al beneficiario previo consenso del MAE”. Un esempio fatto da Demarin sono i 6 milioni di kune per l’ampliamento e la ricostruzione della Scuola media superiore italiana di Buie erogati a febbraio, ma anche i fondi di altre iniziative incluse nelle Convenzioni 2019/2020 attualmente in fase di realizzazione. “Quindi sembra di avere un grande avanzo di denaro in cassa mentre si tratta dello stato registrato nella data stabilita per legge, ma che nell’attuazione si discosta dall’anno di esercizio vero e proprio” spiega Demarin e aggiunge: “Condivido il parere di diversi consiglieri e sostengo la necessità di equilibrare il nostro Piano finanziario al Bilancio consuntivo. La nostra programmazione annualmente si aggira sui 45 milioni mentre la realizzazione delle entrate si ferma ad una ventina perché - come noto - non tutte le attività sono gestite dall’UI e non tutti i mezzi finanziari passano attraverso le casse dell’Unione italiana”. Stando all’esponente minoritario andrebbe rivisto in toto l’assetto programmatico-finanziario, con una progettazione da presentare al Comitato di coordinamento e al Ministero degli esteri italiano ed un Piano vero e proprio che rispecchi la reale amministrazione dei fondi e delle iniziative portate avanti dall’UI.
Un proposito sul quale sta lavorando da qualche tempo pure la Giunta esecutiva. “Stiamo procedendo con cautela anche perché si tratterebbe di un cambiamento drastico che andrebbe a mutare l’approccio ed un abitudine che si è consolidata negli ultimi 30 anni” ci ha svelato il presidente Marin Corva.
Da rilevare infine che l’Assemblea tornerà a riunirsi entro la fine di marzo per approvare pure il Bilancio consuntivo dell’Ufficio capodistriano dell’Unione italiana. Una seduta alla quale ci dovrebbero essere pure altri punti all’ordine del giorno e che probabilmente si svolgerà in video conferenza con i consiglieri riuniti a gruppi in varie sedi del territorio.
Lionella Pausin Acquavita
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