"Sorpresi dall’allarme suscitato da un'osservazione del tutto estemporanea, i membri del Consiglio Direttivo dell'UPT intendono rassicurare l’Università di Pola che nulla è mutato nel rapporto tra i due Enti. Prendiamo nota con piacere di una valutazione concorde riguardo la scarsa presenza di studenti nei corsi che a Pola vengono sostenuti dall’UPT. Sappiamo bene che non è facile mantenere in piedi corsi che hanno bisogno di molti docenti esterni: quindici professori, impegnati per 695 ore d’insegnamento per Formazione e 75 ore per Studi Interdisciplinari, alcuni dei quali dell'Università di Trieste. Dai dati che ci avete inviato il numero di studenti a Scienze della Formazione risultano essere 55 su cinque anni e due sedi, e a Studi Interdisciplinari 38 su cinque anni. Sarebbe interessante sapere anche, per capire l'orientamento generale, quanti studenti frequentano effettivamente i corsi, quanti finiscono e in quanti anni, e quanti trovano un'occupazione inerente alla facoltà cui si sono iscritti. Utile sarebbe anche confrontare le iscrizioni con gli altri corsi di Pola.
Questo per poter eventualmente affrontare una pacata analisi della situazione, e possibilmente migliorarla nell’ambito dell’obbligo di mandatario rispetto ai fondi del Governo italiano al fine di una razionalizzazione di ogni costo possibile.
Diffondere ed alimentare la cultura italiana in Istria, Fiume e Dalmazia, soprattutto per quanto riguarda l’intera filiera dell’istruzione, è nostro obiettivo prioritario e piacerebbe poter raggiungere il maggior numero possibile di persone. All'Università di Trieste da tempo sono stati chiusi il corso di laurea in Scienze pedagogiche prima e della Formazione poi, da cui ha preso avvio quello di Pola; e dunque mancano docenti incardinati sulle materie che offrite. Per questo forse varrebbe la pena di interrogarci su come l'Università di Pola possa contribuire a migliorare un'offerta formativa che UPT è orgogliosa di sostenere in un’ottica di formazione europea".