Com'era prevedibile il Consiglio di Stato propone dunque il veto sospensivo alla normativa accolta venerdì e cui obiettivo - ricordiamo - era quello di elevare le competenze linguistiche negli istituti scolastici della comunità italiana e ungherese. Già la settimana scorsa la commissione cultura e istruzione dello stesso organismo guidata da Branimir Štrukelj, aveva bocciato all'unanimità la proposta avanzata dai deputati ai seggi specifici Felice Žiža e Ferenz Horvath che poi, una volta arrivata in seduta plenaria alla Camera di stato, era stata approvata con 44 voti favorevoli e 33 contrari. Ora saranno i 40 Consiglieri a decidere le sorti della Legge e il suo eventuale rinvio alla Camera, dove per farla passare saranno necessarie 46 mani alzate. La documentazione di richiesta di rinnovato dibattito fa proprie le decisioni della Commissione Štrukelj e riportano tutta una serie di osservazioni che contestano le novità dell'iniziativa legislativa. "L'attestato di livello C1 -riconosciuto in tutta Europa- è una valida prova della competenza linguistica" il mantra ripetuto più volte indifferente però alle distinzioni tra madrelingua e lingua straniera. Ci sono poi riferimenti all'inadeguatezza delle commissioni d'esame per i candidati che non hanno i requisiti per l'impiego, alle limitazioni che riducono ulteriormente la scelta dei docenti già carenti nel sistema scolastico fino ad arrivare al principio di reciprocità con gli istituti scolastici della minoranza slovena in Italia. Un dibattito che si presenta dunque oltremodo importante anche per tastare il polso e capire le posizioni della cosiddetta società civile - e il Consiglio di Stato la rappresenta- nei confronti della Comunità nazionale italiana ed ungherese.
Lionella Pausin Acquavita